Virus enterici e respiratori, arriva l’influenza
Di picco influenzale non si può ancora parlare, perché i dati e le sensazioni che giungono da medici di famiglia, Pronto soccorso e dalle farmacie non autorizzano a ciò. Ma è innegabile che un aumento di persone colpite da virus enterici e respiratori c’è stata. Tanto che al Pronto soccorso, nella prima decina di giorni di febbraio, gli accessi sono aumentati dell’8-10 per cento. Ad essere più colpiti sono stati naturalmente gli anziani e i bambini.
Se negli altri anni il picco influenzale si registrava solitamente verso la fine di gennaio, quest’anno non è stato così. Le temperature che non si possono certo definire rigide per una stagione come quella invernale hanno infatti “risparmiato” molte persone dalla malattia rispetto agli scorsi anni. C’è però un rovescio della medaglia e riguarda appunto i virus enterici e respiratori che, a causa della tanta siccità e dell’aria resa di conseguenza più secca viaggiano molto di più rispetto al passato. Costringendo le categorie definite “più deboli” quali appunto anziani e bambini a ricorrere nei casi più gravi alle cure in Pronto soccorso. La media dei primi giorni di gennaio è di 140 pazienti circa, mentre durante i picchi influenzali degli anni scorsi si arrivava anche a 160 persone.
Di picco influenzale non si può ancora parlare, perché i dati e le sensazioni che giungono da medici di famiglia, Pronto soccorso e dalle farmacie non autorizzano a ciò. Ma è innegabile che un aumento di persone colpite da virus enterici e respiratori c’è stata. Tanto che al Pronto soccorso, nella prima decina di giorni di febbraio, gli accessi sono aumentati dell’8-10 per cento. Ad essere più colpiti sono stati naturalmente gli anziani e i bambini.
Se negli altri anni il picco influenzale si registrava solitamente verso la fine di gennaio, quest’anno non è stato così. Le temperature che non si possono certo definire rigide per una stagione come quella invernale hanno infatti “risparmiato” molte persone dalla malattia rispetto agli scorsi anni. C’è però un rovescio della medaglia e riguarda appunto i virus enterici e respiratori che, a causa della tanta siccità e dell’aria resa di conseguenza più secca viaggiano molto di più rispetto al passato. Costringendo le categorie definite “più deboli” quali appunto anziani e bambini a ricorrere nei casi più gravi alle cure in Pronto soccorso. La media dei primi giorni di gennaio è di 140 pazienti circa, mentre durante i picchi influenzali degli anni scorsi si arrivava anche a 160 persone.