Microspia nella borsa per spiare la fidanzata

Microspia nella borsa per spiare la fidanzata
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Uno s'è improvvisato hacker e ha piazzato un particolare programma nel computer della moglie per poter poi leggere in santa pace le sue mail. L'altro si è trasformato in 007 dei poveri: ha piazzato nella borsetta della fidanzata una microspia attivabile con una telefonata alla sim inserita al suo interno per poter così captare tutte le conversazioni della ragazza. Sono finiti nei guai entrambi: la Polizia postale di Biella li ha denunciati per  intercettazione abusiva di comunicazioni informatiche e telematiche, un reato grave per il quale è prevista la reclusione dai 6 mesi ai 4 anni e per il quale è competente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, nella quale è operativo un pool di magistrati che si occupa dei reati informatici. Il marito troppo curioso è un noto professionista di Biella, scoperto perché si è dimenticato l’applicazione aperta e ha consentito ad un esperto consulente informatico, assunto dalla moglie, di appurare la presenza di un software del genere keylogger all’interno del PC privato. Sostanzialmente nel caso specifico ogni lettera digitata nel PC veniva salvata in una cartella occultata ed invisibile (all’apparenza) nello stesso computer che poteva poi essere riletta in tutta tranquillità. "Esistono però altri programmi - fanno sapere dalla sezione di Biella della Polizia postale -  in grado di inviare automaticamente quanto digitato sulla tastiera ad un indirizzo e-mail preindicato".

Nel secondo caso, la ragazza che s'è trovato l'apparecchietto in borsa, è una giovane insegnante di Biella che si è rivolta direttamente alla Polposta consegnando la microspia acquistabile per poche decine di euro nei siti specializzati. Agli operatori in camice bianco, c’è voluto ben poco per individuare e risalire al pericoloso malintenzionato, che altri non era che il fidanzato convivente, il quale, quasi in lacrime, si è subito presentato in Questura dove ha ritirato un avviso di garanzia.

Uno s'è improvvisato hacker e ha piazzato un particolare programma nel computer della moglie per poter poi leggere in santa pace le sue mail. L'altro si è trasformato in 007 dei poveri: ha piazzato nella borsetta della fidanzata una microspia attivabile con una telefonata alla sim inserita al suo interno per poter così captare tutte le conversazioni della ragazza. Sono finiti nei guai entrambi: la Polizia postale di Biella li ha denunciati per  intercettazione abusiva di comunicazioni informatiche e telematiche, un reato grave per il quale è prevista la reclusione dai 6 mesi ai 4 anni e per il quale è competente la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Torino, nella quale è operativo un pool di magistrati che si occupa dei reati informatici. Il marito troppo curioso è un noto professionista di Biella, scoperto perché si è dimenticato l’applicazione aperta e ha consentito ad un esperto consulente informatico, assunto dalla moglie, di appurare la presenza di un software del genere keylogger all’interno del PC privato. Sostanzialmente nel caso specifico ogni lettera digitata nel PC veniva salvata in una cartella occultata ed invisibile (all’apparenza) nello stesso computer che poteva poi essere riletta in tutta tranquillità. "Esistono però altri programmi - fanno sapere dalla sezione di Biella della Polizia postale -  in grado di inviare automaticamente quanto digitato sulla tastiera ad un indirizzo e-mail preindicato".

Nel secondo caso, la ragazza che s'è trovato l'apparecchietto in borsa, è una giovane insegnante di Biella che si è rivolta direttamente alla Polposta consegnando la microspia acquistabile per poche decine di euro nei siti specializzati. Agli operatori in camice bianco, c’è voluto ben poco per individuare e risalire al pericoloso malintenzionato, che altri non era che il fidanzato convivente, il quale, quasi in lacrime, si è subito presentato in Questura dove ha ritirato un avviso di garanzia.

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