Angelico, vittoria svolta

Angelico, vittoria  svolta
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CODOGNO - E l’Oscar per la miglior sceneggiatura va a… Assigeco-Angelico. La partita del PalaCampus sembra la trama di un film. Mitchell Poletti con la sua barba lunga è perfetto nel ruolo di cattivo d’azione, mentre Robert Fultz impeccabile in quello di “mago nero”. Ma alla fine i buoni vincono e lo fanno senza un solo eroe, ma con un gruppo compatto in grado di diventare protagonista a turno. Il finale è 64-73 per Biella, ora agganciata al gruppetto al 7° posto, in zona playoff.

Miglior regia per Michele Carrea. Tornava nella piazza che lo ha lanciato e con la quale non si è lasciato nel migliore dei modi. Lo scudetto che ha vinto con l’Under 19 fa ancora bella mostra sul soffitto del palazzetto. Lui cerca di limitare i danni nel primo tempo poi passa ai cambi sistematici su Fultz e Poletti e la gara cambia. Se lo avesse fatto per 40’ forse Biella sarebbe arrivata all’ultimo quarto senza fiato. Invece gestisce Venuto e Infante per ritrovarseli ancora freschi su entrambi i lati del campo nel finale.

La tattica. Biella aveva vinto la gara d’andata inceppando il meccanismo play-centro: Fultz era stato tenuto zero assist, Poletti a 8 rimbalzi. L’Angelico aveva controllato il pick and roll e non aveva permesso a Casalpusterlengo di aprire spazi sul perimetro per gli americani. Quella di ieri è sembrata per un tempo una partita completamente diversa, con Fultz e Poletti a fare il bello e il cattivo tempo. Sul playmaker inizia Ferguson ma non trova le contromisure, poi entra La Torre e mette una piccola pezza. 

Ma i numeri sono impietosi: nel solo primo quarto Fultz regala tre assist a Poletti, che nel secondo beneficia di un regalo anche da Vencato. Il meccanismo funziona, i pick and roll sono immarcabili e Poletti raccoglie rimbalzi a piene mani: la squadra sembra ricordarsi della gara di andata più o meno come l’uomo della strada si ricorda come si risolve un logaritmo.

La svolta. Biella rientra in campo nella ripresa e cambia tutto. La difesa è più aggressiva e su Fulz e Poletti si va al cambio sistematico: straordinario Venuto a contenere il lungo anche in post, perfetti Infante e Banti nell’aiutare su Poletti e tutta la squadra a non concedere lo scarico sul perimetro. Le palle perse di Casalpusterlengo crescono da 5 a 17, i punti scendono da 40 a 24. Per l’Angelico invece ci sono 12 punti di differenza tra la prestazione del primo e quella del secondo tempo. E proprio 12 sono i punti segnati da palla persa avversaria: segno che la pressione ha pagato.

I volti. Detto dello straordinario lavoro difensivo, bisogna assegnare qualche Oscar (per restare in tema) anche all’attacco. In una serata dove Ferguson nel fa “solo” 15, con meno del 30% dal campo, salgono in cattedra gli italiani. De Vico su tutti, con 15 punti e la firma sul sorpasso 50-51 con una parabola morbida dalla media. Ma anche Venuto: tripla del +2. E Infante: tripla del +4. Nel primo tempo, invece, sarebbero da citare Pierich (festeggiato dai tifosi nel riquadro) e Saunders che hanno tenuto in corsa Biella. Forse non c’è un miglior attore protagonista, ma il cast è stato eccezionale.

Matteo Lusiani

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 29 febbraio 2016

CODOGNO - E l’Oscar per la miglior sceneggiatura va a… Assigeco-Angelico. La partita del PalaCampus sembra la trama di un film. Mitchell Poletti con la sua barba lunga è perfetto nel ruolo di cattivo d’azione, mentre Robert Fultz impeccabile in quello di “mago nero”. Ma alla fine i buoni vincono e lo fanno senza un solo eroe, ma con un gruppo compatto in grado di diventare protagonista a turno. Il finale è 64-73 per Biella, ora agganciata al gruppetto al 7° posto, in zona playoff.

Miglior regia per Michele Carrea. Tornava nella piazza che lo ha lanciato e con la quale non si è lasciato nel migliore dei modi. Lo scudetto che ha vinto con l’Under 19 fa ancora bella mostra sul soffitto del palazzetto. Lui cerca di limitare i danni nel primo tempo poi passa ai cambi sistematici su Fultz e Poletti e la gara cambia. Se lo avesse fatto per 40’ forse Biella sarebbe arrivata all’ultimo quarto senza fiato. Invece gestisce Venuto e Infante per ritrovarseli ancora freschi su entrambi i lati del campo nel finale.

La tattica. Biella aveva vinto la gara d’andata inceppando il meccanismo play-centro: Fultz era stato tenuto zero assist, Poletti a 8 rimbalzi. L’Angelico aveva controllato il pick and roll e non aveva permesso a Casalpusterlengo di aprire spazi sul perimetro per gli americani. Quella di ieri è sembrata per un tempo una partita completamente diversa, con Fultz e Poletti a fare il bello e il cattivo tempo. Sul playmaker inizia Ferguson ma non trova le contromisure, poi entra La Torre e mette una piccola pezza. 

Ma i numeri sono impietosi: nel solo primo quarto Fultz regala tre assist a Poletti, che nel secondo beneficia di un regalo anche da Vencato. Il meccanismo funziona, i pick and roll sono immarcabili e Poletti raccoglie rimbalzi a piene mani: la squadra sembra ricordarsi della gara di andata più o meno come l’uomo della strada si ricorda come si risolve un logaritmo.

La svolta. Biella rientra in campo nella ripresa e cambia tutto. La difesa è più aggressiva e su Fulz e Poletti si va al cambio sistematico: straordinario Venuto a contenere il lungo anche in post, perfetti Infante e Banti nell’aiutare su Poletti e tutta la squadra a non concedere lo scarico sul perimetro. Le palle perse di Casalpusterlengo crescono da 5 a 17, i punti scendono da 40 a 24. Per l’Angelico invece ci sono 12 punti di differenza tra la prestazione del primo e quella del secondo tempo. E proprio 12 sono i punti segnati da palla persa avversaria: segno che la pressione ha pagato.

I volti. Detto dello straordinario lavoro difensivo, bisogna assegnare qualche Oscar (per restare in tema) anche all’attacco. In una serata dove Ferguson nel fa “solo” 15, con meno del 30% dal campo, salgono in cattedra gli italiani. De Vico su tutti, con 15 punti e la firma sul sorpasso 50-51 con una parabola morbida dalla media. Ma anche Venuto: tripla del +2. E Infante: tripla del +4. Nel primo tempo, invece, sarebbero da citare Pierich (festeggiato dai tifosi nel riquadro) e Saunders che hanno tenuto in corsa Biella. Forse non c’è un miglior attore protagonista, ma il cast è stato eccezionale.

Matteo Lusiani

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 29 febbraio 2016

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