Sparo di capodanno

Processo Pozzolo: il Pm chiede la condanna a 1 anno e 6 mesi

Terminata dopo oltre un'ora la requisitoria del Pm Paola Francesca Ranieri. Ora la parola alla difesa.

Processo Pozzolo: il Pm chiede la condanna a 1 anno e 6 mesi

Un anno e sei mesi di reclusione e 3.000 euro di multa, con sospensione condizionale della pena: è questa la richiesta formulata oggi dalla Procura della Repubblica di Biella al termine della requisitoria nel processo che vede imputato Emanuele Pozzolo, deputato del gruppo misto, in relazione allo sparo avvenuto nella notte di Capodanno 2024 a Rosazza, durante una festa privata nel salone della Pro Loco. Il pubblico ministero, Paola Francesca Ranieri, ha articolato una lunga e dettagliata ricostruzione giuridica e normativa per sostenere i due capi d’imputazione contestati a Pozzolo: porto illegale di arma da fuoco detenuta in regime di collezione e porto illegale di munizionamento a espansione, ritenuto vietato dalla normativa italiana se utilizzato per difesa personale.

«Ha portato l’arma, l’ha estratta, era carica e pronta all’uso»

«L’onorevole ha portato con sé l’arma, l’ha estratta dalla tasca e l’ha mostrata. L’arma era carica e pronta all’uso, poiché nessuno l’ha visto caricarla», ha dichiarato il Pm in aula. La festa di Capodanno è stata ricostruita come un evento privato ma aperto a più persone, tale da rientrare nella definizione di “luogo pubblico o aperto al pubblico”. «Il fatto che fosse una festa privata non esclude che l’arma fosse portata in un luogo pubblico: la Pro Loco di Rosazza era aperta a più soggetti. Il porto in quel contesto era comunque vietato».

«Il regime di collezione non autorizza al porto»

Il pm ha sottolineato che l’arma era detenuta in regime di collezione, autorizzazione che non consente il porto né l’utilizzo di munizioni, se non in specifici contesti (come i poligoni, e solo per brevi periodi di prova). «Il porto per difesa personale autorizza l’utilizzo di armi comuni da sparo, ma non comprende le armi da collezione. Il questore, conscio della gerarchia normativa, ha esplicitamente vietato il caricamento di quell’arma. Se il legislatore avesse voluto permettere il porto, non avrebbe previsto il divieto di munizionamento».

L’accusa: «Munizioni vietate, a espansione»

Il secondo punto centrale della requisitoria ha riguardato il tipo di munizioni con cui l’arma era caricata: proiettili Winchester Hollow point super X cal. 22, considerati dal pm «a espansione, progettati per aumentare il danno all’impatto, raddoppiando il diametro o aprendosi come petali». «Se usati per difesa personale, sono vietati dalla legge italiana», ha affermato il pubblico ministero, citando anche norme internazionali che vietano l’uso di proiettili a espansione nei conflitti armati. Il perito della difesa ha sostenuto che nelle armi a canna corta questi proiettili non si espandono con certezza, ma secondo il pm resta il principio giuridico: «Anche se in concreto non si espandono, il solo fatto che siano progettati per farlo li rende vietati per la difesa personale».

«Non importa chi ha sparato: il porto resta illegale»

Nel corso della requisitoria, il pubblico ministero ha chiarito che non è rilevante stabilire chi abbia premuto il grilletto: «A me non interessa chi ha sparato o chi non ha sparato: interessa che il giudice valuti con correttezza la legittimità del porto d’arma e del munizionamento». Ha inoltre respinto le critiche rivolte all’indagine: «In più occasioni si è cercato di minare la credibilità dei testimoni del pm, e si è tornati su aspetti già chiusi come il ferimento, che non è più penalmente perseguibile. Si tenta di rendere il processo nebuloso e di contestare il lavoro della Procura».

Le richieste finali

Il pubblico ministero ha quindi richiesto la condanna a 1 anno e 6 mesi di reclusione e 3.000 euro di multa, con pena sospesa con la condizionale.

La parola alla difesa

La parola passerà ora alla difesa.