Blitz dei Ros in tutta Italia contro l’estremismo neonazista: coinvolto anche il Biellese
I Carabinieri sono riusciti a ricostruire una rete composta da almeno 29 utenti sparsi in diverse regioni italiane, molti dei quali tra i 18 e i 25 anni. Nel Biellese una perquisizione domiciliare.
Un'operazione ad ampio raggio condotta dai Carabinieri del ROS, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Brescia e in stretto raccordo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, ha colpito stamani le frange più estreme dell’estrema destra radicale online. Al centro dell’indagine, un giovane 21enne bresciano, destinatario di una misura cautelare firmata dal GIP Alessandro D’Altilia per gravi indizi di propaganda e istigazione all’odio razziale, negazionismo, e apologia del fascismo.
Blitz dei Ros in tutta Italia: coinvolto anche il Biellese
La misura è solo la punta dell’iceberg: contemporaneamente, su tutto il territorio nazionale, sono stati eseguiti 26 decreti di perquisizione personale e locale nei confronti di soggetti sospettati di far parte di gruppi virtuali neonazisti e suprematisti attivi su Telegram e TikTok. Tra le province coinvolte figura anche il Biellese, dove gli inquirenti hanno eseguito una perquisizione domiciliare nella dimore di almeno un indagato. La presenza di giovani coinvolti, anche minorenni all’epoca dei fatti, conferma l’allarme lanciato più volte dagli osservatori sulle dinamiche di radicalizzazione via social.
Indagini avviate nel 2023
L’indagine è stata avviata nel dicembre 2023 dall’Articolazione Anticrimine del ROS di Brescia, attraverso un monitoraggio sistematico dei canali digitali utilizzati dal 21enne bresciano. Secondo quanto riportato, il giovane avrebbe:
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Propagandato idee fondate sull’odio razziale e la superiorità etnica, arrivando a negare e minimizzare la Shoah;
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Partecipato attivamente a gruppi virtuali che incitano alla violenza per motivi razziali, religiosi e nazionali;
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Compiuto apologia del fascismo, anche attraverso contenuti esplicitamente inneggianti al nazismo e all’antisemitismo.
Tra i gruppi frequentati figurano nomi eloquenti come “WHITE LIVES MATTER ITALIA”, “SPIRITO FASCISTA”, “CASA DEL FASCIO”, “VANNAWAFFEN TM”, e “SANGUE E SUOLO”. In questi canali venivano condivisi contenuti suprematisti, razzisti, antisemiti, omofobi, e persino inviti espliciti a compiere atti incendiari o violenti contro persone immigrate o appartenenti alla comunità LGBTQ+, anche in cambio di denaro.
Incoraggiati gli scontri fisici con persone di colore
In alcuni gruppi – come “HOOLIGANS/NS/WP/WLM” – si promuoveva apertamente la partecipazione a scontri fisici con persone di colore e la realizzazione di attacchi contro esercizi commerciali frequentati da immigrati, specialmente all’estero. I Carabinieri sono riusciti a ricostruire una rete composta da almeno 29 utenti sparsi in diverse regioni italiane, molti dei quali tra i 18 e i 25 anni, segnalando anche la presenza di cinque minorenni all’epoca dei fatti. Le indagini proseguono per accertare eventuali legami tra i partecipanti e ambienti estremisti attivi offline.
Odio coltivato online fra i giovanissimi
Quello emerso oggi è un quadro inquietante di radicalizzazione digitale, in cui l’ideologia dell’odio viene coltivata tra le pieghe della rete, spesso tra giovanissimi, sfruttando la forza virale dei social per veicolare messaggi di violenza e discriminazione. Particolare attenzione è stata rivolta agli sviluppi locali, come quelli registrati nel Biellese, dove le forze dell’ordine hanno operato accertamenti approfonditi su profili sospettati di adesione ideologica e partecipazione attiva alla propaganda di contenuti estremisti.
Dalla Procura di Brescia ulteriori indagini
L’operazione odierna lancia un segnale chiaro: le istituzioni sono determinate a colpire con fermezza i circuiti virtuali dell’odio e a contrastare il riemergere di ideologie che, sotto mentite spoglie digitali, minacciano la convivenza democratica e i principi fondamentali della Costituzione. La Procura di Brescia ha assicurato che l’attività investigativa proseguirà nelle prossime settimane per approfondire ulteriormente il ruolo e la pericolosità degli indagati.