Il sentiero della memoria continua con il Museo biellese degli Alpini
Biella si prepara all’adunata: nel frattempo dall'archivio storico di "Eco" un ricordo di quando venne inaugurato il museo.

A distanza di quasi quattordici anni dalla sua inaugurazione, il Museo Biellese degli Alpini - “Il sentiero della memoria” - si prepara ad accogliere l’ondata di visitatori e curiosi che giungeranno in città per l’Adunata nazionale degli Alpini 2025, in programma tra poco più di una settimana. Nato nel 2011 all’interno della sede Ana di via Ferruccio Nazionale, nell’edificio che un tempo ospitava un magazzino Sip, il museo continua a essere un punto di riferimento culturale e storico per la città e non solo.

Il percorso espositivo, aperto al pubblico per la prima volta il 17 settembre 2011, è oggi una realtà consolidata, grazie al lavoro costante dei volontari Ana e al contributo di enti pubblici e privati. Visitabile regolarmente con l’accompagnamento di guide formate, il museo è diventato un presidio vivo di storia, memoria e identità alpina.
Il Museo biellese degli Alpini, vivo nel cuore della città
Il senso del Museo Biellese degli Alpini è rimasto immutato: conservare e trasmettere la memoria collettiva di un popolo in armi e, allo stesso tempo, di un popolo di pace. Lo ricordava l'allora direttore Marco Fulcheri, oggi presidente della Sezione di Biella, che sottolineò come l’evoluzione del museo, nato come mostra temporanea nel 1952, fosse il frutto di una lunga e tenace volontà di conservazione e valorizzazione.
Oggi, nel 2025, il museo ha superato il concetto statico di “esposizione”: è diventato uno spazio dinamico, in grado di dialogare con il presente e spesso oggetto di visite da parte dei giovani studenti del Biellese.
I biellesi e l’uniforme alpina
Secondo le stime riportate da Eco nel 2011, erano oltre 18mila i biellesi che hanno vestito l’uniforme alpina, un numero che negli anni ha continuato a crescere anche grazie all’attività delle associazioni d’arma e al forte radicamento della tradizione alpina nel territorio.
«Ogni famiglia biellese conserva almeno un ricordo, una foto, una divisa, un diario - spiegava a Eco l'allora presidente Ana Biella, Dado Gaja - ed è proprio da questi oggetti che nasce il museo: da una memoria condivisa e viva». Oggi, questi cimeli - censiti, studiati e valorizzati da un’équipe di esperti e appassionati - sono diventati chiavi di lettura della storia locale, ma anche nazionale.
Il museo racconta non solo la guerra, ma anche la pace: gli interventi degli alpini in occasione di terremoti, alluvioni, pandemie e altre emergenze, diventano testimonianze tangibili del ruolo dell’Ana nella società contemporanea.
Un percorso immersivo ed emozionante
Il percorso espositivo si apre con un inquadramento storico generale - dall’Unità d’Italia fino ai giorni nostri - per poi concentrarsi sulla presenza alpina nel Biellese. Oltre 10mila reperti sono conservati nel museo, di cui circa 4mila esposti a rotazione.
«Il percorso non è rigido, ma modulare - illustrava a Eco l’architetto Massimo Ferraris all'epoca dell'inaugurazione - espositori mobili, luci mirate, pannelli multimediali e installazioni artistiche creano un ambiente dinamico e coinvolgente». Simboli iconici come le Dolomiti, le Alpi biellesi, il mulo alpino e le scene di combattimento sono rievocati attraverso lastre metalliche antichizzate che scandiscono il cammino del visitatore.
Un soppalco di cento metri quadrati, allestito come una tradotta militare sospesa, completava l’esperienza, puntando a coinvolgere non solo la vista, ma anche l’emozione e il ricordo.
Cosa si può ammirare oggi
Tra i pezzi più significativi spiccano le divise storiche di figure eroiche come Costantino Crosa e Mario Cucco, i paramenti liturgici di padre Giovanni Brevi (medaglia d’oro), e i cannoni della battaglia di Adua.






Una sezione speciale è dedicata alla storia del cappello alpino, con esemplari realizzati dal Cappellificio Cervo che attraversano tre secoli di storia. Il museo vanta anche una preziosa raccolta di gagliardetti, fotografie, lettere dal fronte e materiali audiovisivi.
Tutto questo fu reso possibile da oltre 1.500 ore di lavoro volontario e da un finanziamento complessivo di 150mila euro, ottenuto grazie alla Regione Piemonte, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, al Comune e alla collaborazione con il Museo del Territorio Biellese, l’Istituto per la storia della Resistenza e molte altre realtà.
Il Museo biellese degli Alpini verso l’Adunata 2025
Con l’Adunata nazionale ormai alle porte, il Museo Biellese degli Alpini si prepara a essere una delle tappe più significative del percorso cittadino. Non solo per gli alpini di ritorno, ma anche per tutti coloro che vogliono scoprire o riscoprire il valore di una storia che è patrimonio di tutti.