Il presidente della Provincia: “Nuovo ponte in 6 mesi”
«L’alveo dell'Oremo ha deviato e fatto crollare il ponte in pietra: si tratta di un evento straordinario dovuto alle forti piogge».

«Il cedimento avvenuto nel pomeriggio di ieri è stato causato da un’improvvisa deviazione del corso dell’alveo del torrente Oremo, che ha eroso la spalla dell’arco di valle, portando al collasso della struttura in pietra a doppio arco. Nessun ferito, grazie all’intervento tempestivo di Vigili del Fuoco, Carabinieri e personale provinciale, che avevano già provveduto alla chiusura del tratto stradale». A spiegarlo durante la conferenza stampa che si è tenuta all’indomani del crollo del ponte sulla SP502 a Occhieppo Superiore è il presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella Pralungo, che ha ricostruito gli eventi che hanno portato alla chiusura del collegamento fra Biella e Pollone.
Il ponte è crollato
Le immagini seguenti mostrano il ponte crollato «dopo la chiusura della strada» ha precisato Ramella Pralungo: «Il crollo si è verificato a strada chiusa, mentre c'erano i tecnici della Provincia, i Carabinieri e i Vigili del Fuoco».




“Un ponte monitorato, classificato a rischio medio-basso”
Ramella Pralungo ha voluto chiarire sin da subito che non si è trattato di negligenza o mancanza di manutenzione:
«Quel ponte era certificato da ingegneri strutturali specializzati. Aveva un profilo di rischio medio-basso. Come tutti gli altri 280 ponti della provincia, era stato verificato e rientrava nel nostro programma di monitoraggio continuo».
La Provincia di Biella ha investito 400mila euro fino ad oggi per le certificazioni e ha già stanziato altri 300mila euro per completare il lavoro. Tuttavia, come ha sottolineato il presidente,
«I 280 ponti non si controllano in poche ore. E soprattutto, anche una struttura in buone condizioni può cedere di fronte a eventi straordinari come quello degli scorsi giorni, che ha riversato la pioggia di sei mesi».
Il danno relativo al ponte, secondo le stime della Provincia, ammonta a più di un milione di euro.
Il crollo: una combinazione di forze naturali eccezionali
Secondo le ricostruzioni tecniche, a provocare il crollo sarebbe stata la violenta deviazione del corso d’acqua, che ha colpito con forza la spalla del ponte rimuovendo alcune pietre strutturali:
«L’acqua ha svuotato il materiale alla base. Poi, con l’abbassamento del livello, tutto è crollato. Ma le foto che circolano sono state scattate dopo la chiusura della strada: nessuno è passato di lì in pericolo».
Ramella ha voluto anche sottolineare che il sistema di allerta ha funzionato in modo efficiente e rapido, permettendo di intervenire prima che la situazione diventasse rischiosa per i cittadini.
La risposta della Provincia e il sostegno della Regione
In meno di 24 ore, sono già partiti i rilievi per la progettazione di un nuovo ponte. L’obiettivo è chiaro:
«Ci siamo dati un limite massimo di sei mesi per completare autorizzazioni, progettazione e lavori. Ma speriamo di riaprire almeno a senso unico alternato anche prima».
La Regione Piemonte, attraverso l’assessore Marco Gabusi, ha chiesto il riconoscimento dello stato di emergenza per calamità naturale. La Regione ha assicurato che farà la sua parte per ricostruire la struttura.
Nel frattempo, la Provincia incontrerà le aziende del territorio per ascoltare le loro esigenze e valutare soluzioni condivise.
“No agli ingegneri da tastiera: qui si lavora sul campo”
Il presidente ha più volte espresso riflessioni severe sui commenti social che si sono moltiplicati dopo il crollo:
«Non passiamo le sere su Facebook a dispensare competenze fantasiose come fanno certi leoni da tastiera. Noi lavoriamo con ingegneri, geologi, cartografi. Le decisioni che prendiamo sono basate su dati e professionalità, non su impressioni da tastiera».
E' sufficiente guardare le pareti del ponte per vederle invase da una vegetazione tale, le cui radici l'hanno verosimilmente indebolito, il bel risultato della più assoluta incuria