«Angelico salva, adesso ci divertiamo...»

«Angelico salva, adesso ci divertiamo...»
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BIELLA - È stata un’Angelico dai molti volti, quella di quest’anno. Con Marcel Jones, con Mike Hall, con Pierich infortunato, poi al completo e oggi con Will Saunders. Sono cambiate le prestazioni, è cambiata la classifica. Un volto, però, è rimasto sempre lo stesso: nelle giornate buone e in quelle meno buone, il capitano Luca Infante ha sempre messo in campo tutta la grinta e la generosità che lo hanno sempre contraddistinto. 

Luca, innanzitutto complimenti, chi si sarebbe aspettato di rivedervi in zona playoff dopo avervi visto all’ultimo posto della classifica?

«È un risultato frutto del lavoro. Ci si è dimenticati subito che la squadra era nuova per otto decimi, con allenatore nuovo e general manager praticamente nuovo. Con queste premesse è normale che si possa partire male. Se poi ci si mettono anche gli ostacoli lungo la stagione, il cambio di un giocatore, gli infortuni… Ma il lavoro ha pagato e oggi abbiamo dimostrato a tutti di essere vivi».

A Omegna, nell’ultima partita del 2015, avete toccato il punto più basso. Cosa è scattato dopo? Ora siete a dieci vinte su 12 nel 2016...

«Dopo quella trasferta ci siamo ritrovati a guardare tutti dal basso verso l’alto. E questo ci ha fatto arrabbiare. Non erano i valori reali, valevamo molto di più. Abbiamo iniziato a giocare ogni partita come una finale, trovando il nostro equilibrio. E oggi alcune delle squadre che guardavamo dal basso sono otto o dieci punti dietro di noi».

E adesso dove si può arrivare?

«Adesso facciamo “paura”, tra virgolette ovviamente. Anche a Ferentino, se non avessimo sbagliato l’approccio, avremmo potuto giocarci la partita. Non dobbiamo montarci la testa, ma nemmeno porci limiti. Il nostro obiettivo era la salvezza e lo abbiamo centrato, ora possiamo continuare a giocare la nostra pallacanestro a mente sgombra e toglierci delle soddisfazioni».

Matteo Lusiani

 

Leggi tutta l’intervista sull’Eco di Biella di giovedì 24 marzo 2016 

BIELLA - È stata un’Angelico dai molti volti, quella di quest’anno. Con Marcel Jones, con Mike Hall, con Pierich infortunato, poi al completo e oggi con Will Saunders. Sono cambiate le prestazioni, è cambiata la classifica. Un volto, però, è rimasto sempre lo stesso: nelle giornate buone e in quelle meno buone, il capitano Luca Infante ha sempre messo in campo tutta la grinta e la generosità che lo hanno sempre contraddistinto. 

Luca, innanzitutto complimenti, chi si sarebbe aspettato di rivedervi in zona playoff dopo avervi visto all’ultimo posto della classifica?

«È un risultato frutto del lavoro. Ci si è dimenticati subito che la squadra era nuova per otto decimi, con allenatore nuovo e general manager praticamente nuovo. Con queste premesse è normale che si possa partire male. Se poi ci si mettono anche gli ostacoli lungo la stagione, il cambio di un giocatore, gli infortuni… Ma il lavoro ha pagato e oggi abbiamo dimostrato a tutti di essere vivi».

A Omegna, nell’ultima partita del 2015, avete toccato il punto più basso. Cosa è scattato dopo? Ora siete a dieci vinte su 12 nel 2016...

«Dopo quella trasferta ci siamo ritrovati a guardare tutti dal basso verso l’alto. E questo ci ha fatto arrabbiare. Non erano i valori reali, valevamo molto di più. Abbiamo iniziato a giocare ogni partita come una finale, trovando il nostro equilibrio. E oggi alcune delle squadre che guardavamo dal basso sono otto o dieci punti dietro di noi».

E adesso dove si può arrivare?

«Adesso facciamo “paura”, tra virgolette ovviamente. Anche a Ferentino, se non avessimo sbagliato l’approccio, avremmo potuto giocarci la partita. Non dobbiamo montarci la testa, ma nemmeno porci limiti. Il nostro obiettivo era la salvezza e lo abbiamo centrato, ora possiamo continuare a giocare la nostra pallacanestro a mente sgombra e toglierci delle soddisfazioni».

Matteo Lusiani

 

Leggi tutta l’intervista sull’Eco di Biella di giovedì 24 marzo 2016 

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