Infermieri e volontariato per potenziare i servizi territoriali
Prosegue la collaborazione tra l’Asl di Biella e l’associazione Anteas per fornire più servizi ai cittadini. Una sinergia che ha prodotto risultati significativi anche sul territorio grazie al progetto di integrazione infermieristica portato avanti all’interno del distretto 1 di Biella. L’associazione Anteas, con la supervisione di una infermiera aziendale, svolge alcune attività specifiche negli ambulatori di Candelo, Mongrando e Gaglianico. I volontari, molti infermieri in pensione, affiancati dal personale dell’Asl di Biella, effettuano prelievi e prestazioni ambulatoriali. I dati del 2015 mostrano un andamento costante: a Candelo 1691 le prestazioni ambulatoriali realizzate, 2800 i prelievi.
È un esempio concreto di integrazione tra Asl e volontariato locale nell’ottica di creare percorsi di continuità tra ospedale e territorio. L’intento è infatti quello di sviluppare modelli assistenziali orientati a implementare i servizi sulla base delle necessità. La sfida è quella di favorire l’affermazione di un approccio clinico alla fragilità che supera il concetto di “cure” e approda a quello di “care”, inteso come prendersi cura.
Prosegue la collaborazione tra l’Asl di Biella e l’associazione Anteas per fornire più servizi ai cittadini. Una sinergia che ha prodotto risultati significativi anche sul territorio grazie al progetto di integrazione infermieristica portato avanti all’interno del distretto 1 di Biella. L’associazione Anteas, con la supervisione di una infermiera aziendale, svolge alcune attività specifiche negli ambulatori di Candelo, Mongrando e Gaglianico. I volontari, molti infermieri in pensione, affiancati dal personale dell’Asl di Biella, effettuano prelievi e prestazioni ambulatoriali. I dati del 2015 mostrano un andamento costante: a Candelo 1691 le prestazioni ambulatoriali realizzate, 2800 i prelievi.
È un esempio concreto di integrazione tra Asl e volontariato locale nell’ottica di creare percorsi di continuità tra ospedale e territorio. L’intento è infatti quello di sviluppare modelli assistenziali orientati a implementare i servizi sulla base delle necessità. La sfida è quella di favorire l’affermazione di un approccio clinico alla fragilità che supera il concetto di “cure” e approda a quello di “care”, inteso come prendersi cura.