Nominato il nuovo presidente di Confindustria

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È Vincenzo Boccia il presidente designato di Confindustria. A nominarlo, è stato il Consiglio Generale dell’associazione, giovedì scorso. Per l’elezione definitiva occorrerà attendere il voto dell'assemblea privata, il prossimo 25 maggio.  Su 198 aventi diritto al voto, e 192 votanti, l’industriale salernitano è stato designato presidente con 100 voti, 9 in più dell’altro contendente, l’industriale bolognese Alberto Vacchi.

«Non esistono eventi positivi o negativi - ha dichiarato Vincenzo Boccia (nella foto) subito dopo lo scrutinio -, ma solo condizioni da cui ripartire. Confindustria guarda avanti senza spaccature. Riteniamo che si possa costruire un percorso di evoluzione, continuità e cambiamento, perché le complessità che abbiamo di fronte non ci concedono il lusso di litigare». Boccia ha inoltre auspicato che proprio l’altro contendente uscito sconfitto dall’elezione possa diventare il suo «migliore amico». Alberto Vacchi, peraltro, sembra aver subito accolto l’invito alla collaborazione, sottolineando che se “scarto minimo” di voti emerso dal voto  «testimonia che in Confindustria ci sono due posizioni diverse» tuttavia esso non deve originare una spaccatura. «La priorità adesso - ha, infatti, detto Alberto Vacchi - è identificare una squadra forte per il prossimo futuro perchè ci attendono sfide non banali». Voce critica, invece, quella dell’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, supporter di Vacchi. «Si è persa un'occasione unica, una straordinaria opportunità di vero cambiamento -ha commentato Montezemolo -. Mi dispiace che il presidente uscente si trovi a lasciare una Confindustria così spaccata perché quattro voti potevano cambiare l’esito. Per me è un profondo rammarico». Pronta la risposta del presidente uscente, Giorgio Squinzi. «Al di là dell’apparente spaccatura - ha detto Squinzi -, mi auguro che ci sia la possibilità di ricomporre l’unità di Confindustria perché solo uniti e coesi saremo incisivi e autorevoli. Il percorso che ha portato alla designazione di Boccia è una conferma della validità della riforma Pesenti: è stata una grande prova di democrazia, con una esito incerto fino all'ultimo, ma alla fine ha vinto la democrazia».

È Vincenzo Boccia il presidente designato di Confindustria. A nominarlo, è stato il Consiglio Generale dell’associazione, giovedì scorso. Per l’elezione definitiva occorrerà attendere il voto dell'assemblea privata, il prossimo 25 maggio.  Su 198 aventi diritto al voto, e 192 votanti, l’industriale salernitano è stato designato presidente con 100 voti, 9 in più dell’altro contendente, l’industriale bolognese Alberto Vacchi.

«Non esistono eventi positivi o negativi - ha dichiarato Vincenzo Boccia (nella foto) subito dopo lo scrutinio -, ma solo condizioni da cui ripartire. Confindustria guarda avanti senza spaccature. Riteniamo che si possa costruire un percorso di evoluzione, continuità e cambiamento, perché le complessità che abbiamo di fronte non ci concedono il lusso di litigare». Boccia ha inoltre auspicato che proprio l’altro contendente uscito sconfitto dall’elezione possa diventare il suo «migliore amico». Alberto Vacchi, peraltro, sembra aver subito accolto l’invito alla collaborazione, sottolineando che se “scarto minimo” di voti emerso dal voto  «testimonia che in Confindustria ci sono due posizioni diverse» tuttavia esso non deve originare una spaccatura. «La priorità adesso - ha, infatti, detto Alberto Vacchi - è identificare una squadra forte per il prossimo futuro perchè ci attendono sfide non banali». Voce critica, invece, quella dell’ex presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, supporter di Vacchi. «Si è persa un'occasione unica, una straordinaria opportunità di vero cambiamento -ha commentato Montezemolo -. Mi dispiace che il presidente uscente si trovi a lasciare una Confindustria così spaccata perché quattro voti potevano cambiare l’esito. Per me è un profondo rammarico». Pronta la risposta del presidente uscente, Giorgio Squinzi. «Al di là dell’apparente spaccatura - ha detto Squinzi -, mi auguro che ci sia la possibilità di ricomporre l’unità di Confindustria perché solo uniti e coesi saremo incisivi e autorevoli. Il percorso che ha portato alla designazione di Boccia è una conferma della validità della riforma Pesenti: è stata una grande prova di democrazia, con una esito incerto fino all'ultimo, ma alla fine ha vinto la democrazia».

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