ANNIVERSARI

Gualino e Lux Film: la fabbrica hollywodiana del cinema italiano

Tre appuntamenti per ricordare la più grande avventura italiana nel mondo dei film, voluta da un biellese.

Gualino e Lux Film: la fabbrica hollywodiana del cinema italiano
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Gualino, fu sua la prima fabbrica italiana del cinema, la Lux Film, nata 90 anni fa a Torino, quella di “Riso amaro” del primo dopoguerra e di “Divorzio all’italiana” nella stagione del boom economico, di attori e registi del calibro di Giuseppe De Santis con Silvana Mangano, Vittorio Gassman, Doris Dowling e Raf Vallone, o Pietro Germi con Marcello Mastroianni, Stefania Sandrelli giovanissima e Lando Buzzanca passando per Luchino Visconti e il suo “Senso”. Un’impresa unica - la sola in grado, dicono gli storici del cinema, se non di competere, almeno di essere paragonabile con i grandi studios hollywoodiani - protagonista un biellese unico, pioniere dell’industria culturale. E proprio a Riccardo Gualino (1879-1964), nel sessantesimo della scomparsa, e a quell’avventura il Premio Biella Letteratura e Industria e l’Università di Torino con Città Studi Biella dedica questa settimana una tre giorni.

Un estratto del film "Divorzio all'Italiana"

Gli appuntamenti

Mercoledì 6 novembre 2024 presso l’Auditorium di Città Studi (Biella, corso    Giuseppe Pella, 2) e giovedì 7 e venerdì 8 novembre presso l’Aula Magna Storica del Rettorato (Torino, via Verdi, 8), si svolgeranno tre giornate di studio promosse da Premio Biella Letteratura e Industria e Università di Torino con Città Studi Biella, dedicato alla grande impresa produttiva della Lux Film, fondata novant'anni fa da  Riccardo Gualino (1879-1964).

Il successo della Lux Film

 

Una scena emblematica di "Riso amaro"

Il compianto critico cinematografico e studioso di cinema italiano Alberto Farassino così inquadrava la Lux, presentando il programma della XIX Rassegna Internazionale Retrospettiva tenutasi a Pesaro tra il 31 ottobre e il 5 novembre 2000:

Attiva dal 1934 al 1964, la Lux Film fu per almeno vent’anni la più importante e prestigiosa casa di produzione italiana, la sola in grado, se non di competere, almeno di essere paragonabile con i grandi studios hollywoodiani. Presieduta da un industriale e finanziere amante dell’arte e della cultura come Riccardo Gualino e diretta da un illustre musicologo come Guido Gatti, la Lux cercò sempre di distinguersi dal piccolo artigianato della produzione italiana ma anche dalla standardizzazione del modello americano con la qualità e unicità dei suoi prodotti. Così che essa si può definire una casa di autori, attraverso la quale passarono, con rarissime eccezioni, tutti i grandi della stagione più luminosa del cinema italiano. Nei primi anni quaranta la Lux contrassegnò col suo marchio il miglior cinema letterario e “calligrafico” (Castellani, Soldati, Lattuada), nel dopoguerra seppe cogliere subito la novità del neorealismo, adeguandosi ad esso anche nel suo modello produttivo e cercando di farne un prodotto industriale e da esportazione con i film di Zampa, Germi, De Santis, Lattuada, Visconti. Nel contempo però, grazie al dinamismo dei suoi collaboratori come i giovani Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, la Lux non trascurava il cinema di genere: il comico di Macario e Totò, il melodramma di Matarazzo e Franciolini, il kolossal storico di Freda e Francisci. Mentre i suoi cortometraggi sull’arte, la storia e la società erano firmati, oltre che dai maggiori documentaristi e da prestigiosi poeti e intellettuali, da giovani registi come Risi, Comencini e Zurlini. E furono i film della Lux a rendere popolari interpreti già affermati come Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Alida Valli, Massimo Girotti, Amedeo Nazzari e a lanciare le nuove star del dopoguerra, Silvana Mangano, Lucia Bosè, Gina Lollobrigida, Sofia Loren, o nuovi attori “intellettuali” come Vittorio Gassman o Raf Vallone.

Una scena emblematica di "Divorzio all’italiana"

 

 

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