Cercò di uccidere il vicino di casa: condannato a 5 anni

Cercò di uccidere il vicino di casa: condannato a 5 anni
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Era accusato di tentato omicidio del vicino di casa, verso il quale nutriva da tempo del risentimento in quanto avrebbe contribuito a farlo separare dalla moglie. Comparso l’altro giorno davanti al giudice dell’udienza preliminare, Paola Rava, l’imputato, Hamid Sekka, 48 anni, origini marocchine, di Portula, è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione e al risarcimento dei danni a favore della parte civile liquidata nel complesso in via equitativa a diecimila euro nonché al pagamento delle spese processuali. 

Per l’accusa, il 24 luglio dell’anno scorso, l’imputato avrebbe centrato in pieno con l’auto il vicino di 69 anni con la chiara intenzione di ucciderlo. L’investimento era avvenuto lungo la strada di frazione Castagnea a Portula. Il marocchino stava percorrendo la strada al volante della sua Fiat Bravo quando ha visto da lontano il vicino percorrere la stessa strada, a piedi, nella direzione opposta. Stando al capo d’accusa, l’imputato avrebbe quindi accelerato e sterzato di colpo in direzione del vicino, urtandolo con la parte anteriore destra dell’auto all’altezza della gamba destra facendolo così cadere lungo il marciapiede dove aveva picchiato schiena e braccio, nuca e bacino, riportando lesioni giudicate guaribili in un mese. Insieme al ferito c’era un’altra persona che aveva subito dato l’allarme. I carabinieri erano arrivati in un batter d’ali, avevano rintracciato il marocchino e lo avevano arrestato per il reato di tentato omicidio. 

L’accusa ha retto anche l’altro giorno in aula. Come si era già stabilito al momento dei fatti, alla base dell’incredibile e folle gesto che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, non c’era alcun tradimento. La colpa imputata al vicino di casa investito, era quella d’aver accompagnato l’ex moglie del nordafricano al lavoro e di averla invitata a casa della sua famiglia per un caffè. Ma solo per rapporti di buon vicinato. La moglie del marocchino avrebbe ad un certo punto chiesto e ottenuto la separazione. E l’ex marito avrebbe imputato la responsabilità di tale scelta al vicino di casa.

V.Ca.

Era accusato di tentato omicidio del vicino di casa, verso il quale nutriva da tempo del risentimento in quanto avrebbe contribuito a farlo separare dalla moglie. Comparso l’altro giorno davanti al giudice dell’udienza preliminare, Paola Rava, l’imputato, Hamid Sekka, 48 anni, origini marocchine, di Portula, è stato condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione e al risarcimento dei danni a favore della parte civile liquidata nel complesso in via equitativa a diecimila euro nonché al pagamento delle spese processuali. 

Per l’accusa, il 24 luglio dell’anno scorso, l’imputato avrebbe centrato in pieno con l’auto il vicino di 69 anni con la chiara intenzione di ucciderlo. L’investimento era avvenuto lungo la strada di frazione Castagnea a Portula. Il marocchino stava percorrendo la strada al volante della sua Fiat Bravo quando ha visto da lontano il vicino percorrere la stessa strada, a piedi, nella direzione opposta. Stando al capo d’accusa, l’imputato avrebbe quindi accelerato e sterzato di colpo in direzione del vicino, urtandolo con la parte anteriore destra dell’auto all’altezza della gamba destra facendolo così cadere lungo il marciapiede dove aveva picchiato schiena e braccio, nuca e bacino, riportando lesioni giudicate guaribili in un mese. Insieme al ferito c’era un’altra persona che aveva subito dato l’allarme. I carabinieri erano arrivati in un batter d’ali, avevano rintracciato il marocchino e lo avevano arrestato per il reato di tentato omicidio. 

L’accusa ha retto anche l’altro giorno in aula. Come si era già stabilito al momento dei fatti, alla base dell’incredibile e folle gesto che avrebbe potuto trasformarsi in tragedia, non c’era alcun tradimento. La colpa imputata al vicino di casa investito, era quella d’aver accompagnato l’ex moglie del nordafricano al lavoro e di averla invitata a casa della sua famiglia per un caffè. Ma solo per rapporti di buon vicinato. La moglie del marocchino avrebbe ad un certo punto chiesto e ottenuto la separazione. E l’ex marito avrebbe imputato la responsabilità di tale scelta al vicino di casa.

V.Ca.

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