IL FATTO DISEGNATO

Elezioni provinciali: È la solita minestra

Nel consiglio entrano quattro sindaci: Pollero, Brizzi, Carli e Lunardon. Fuori il leghista Colletta e il civico Dino Gentile

Elezioni provinciali: È la solita minestra
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03Quanto i voti pesino lo sanno bene il leghista mongrandese Vito Colletta e la vicesindaca di centro sinistra di Ronco Biellese Debora Ferrero. Domenica, alle elezioni per il Consiglio provinciale, hanno ricevuto più preferenze, ma non sono bastate per battere «colleghi» che ne hanno prese meno, ma appunto «più pesanti». E così sono stati loro i «trombati» delle provinciali 2024. Ma c’è un «trombato» più eccellente. Si chiama Dino Gentile, ex margherito con Gianluca Susta, poi sindaco di Biella con il centro destra, poi sconfitto dall’avvocato-meteora del Pd Marco Cavicchioli (desaparecido della politica), poi oppositore tenace del leghista Claudio Corradino, per, infine, tornare nell’alveo destra-centro a trazione melonian-delmastriana. Forse tutte queste giravolte non gli hanno fatto bene e - dice il proverbio - chi semina vento raccoglie tempesta.
Ora, per il presidente Emanuele Ramella Pralungo, del Pd, non cambia nulla nell’anno che gli resta di mandato, condannato a governare in minoranza: lui e i «suoi» sono 5, gli «altri», cioè la maggioranza di destra-centro, sono 6. Dovrà affidare le deleghe e nominare un vicepresidente, magari pescando dai più votati: la Fi Elisa Pollero (98 voti di preferenza) sindaca di Gifflenga, minuscolo feudo del ministro Gilberto Pichetto, o il sindaco di Sordevolo, Riccardo Lunardon (84 voti), un tempo vicino a Matteo Renzi, oggi molto pragmatico.

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