Sono stati celebrati venerdì pomeriggio i funerali di Vito Zampaglione, primario emerito dell’Ospedale di Biella mancato giovedì scorso all’età di 85 anni. Nel duomo, gremito di persone, si è dato l’estremo saluto al noto medico, apprezzatissimo da colleghi e pazienti, tanto per la sua professionalità quanto per la sua disponibilità e gentilezza.
Il ricordo
È stato un grande uomo di medicina, la sua più grande passione come affermano gli stessi figli: “Papà era prima di tutto un medico – ricorda infatti Ketty Zampaglione – era impossibile vederlo senza il camice e il fonendo. Se c’era un caso difficile o si preoccupava per un suo paziente, era capace di restare in ospedale fino a notte fonda. Era poi un grande studioso – afferma – finiva una specialità e ne iniziava un’altra. Ha trasmesso a me e ai miei fratelli la passione per lo studio, fin da quando eravamo piccolissimi: ricordo che a tre anni m’insegnava i nomi dei batteri e a sette mi faceva leggere l’elettrocardiogramma.
All’epoca era una novità e si faceva con una macchina tutta strana: mi ricordo ancora adesso che parlavamo di “ritmo sinusale”. È stato un papà molto severo, soprattutto sullo studio, e nel contempo molto dolce: dovevamo essere bravi a scuola, i migliori, ma era molto amorevole. Quando andavamo al mare, facendo una lunga traversate in auto, prima ci faceva ripetere le tabelline, poi dei passi della Divina Commedia… E dopo cantavamo le canzoni napoletane, che lui adorava: aveva il grande orgoglio di essere venuto dal Sud e di essersi fatto da solo. Uno dei ricordi più belli che ho di lui è che, prima di andare a scuola, radunava me e i miei fratelli davanti alla porta di casa: “Zampa, zampa, zampa” ci diceva… E noi rispondevamo “Leon, leon, leon””.
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