Innovazione in chirurgia protesica: la rivoluzione della robotica in sala operatoria presso Habilita I Cedri
Circa un anno fa in Habilita I Cedri, la casa di cura di Fara Novarese (NO), è stato avviato il progetto Mako, ovvero l’inserimento della robotica in sala operatoria per interventi di chirurgia protesica. L’utilizzo di questo sistema, oltre ad abbattere il margine d’errore durante l’operazione e a ridurne l’invasività, garantisce al paziente benefici evidenti nel percorso post-operatorio: minore percezione del dolore e una riabilitazione più rapida ed efficace. Responsabile dell’équipe ortopedica che utilizzerà il sistema robotico Mako è il Dr. Francesco Traverso al quale abbiamo chiesto come la presenza della tecnologia robotica abbia influito sulla crescita della struttura di Fara Novarese.
«Nel panorama regionale, ma anche a livello nazionale, la struttura Habilita I Cedri possiamo definirla a tutti gli effetti come un’eccellenza nell’ambito della chirurgia protesica di anca e ginocchio. Sono stati effettuati importanti investimenti in formazione, in tecnologia con sale operatorie di ultima generazione e strumentazione specifica e con l’utilizzo della robotica nelle sue forme più evolute. Il denominatore comune è la passione, la voglia di migliorarsi e di realizzare un progetto socialmente utile: ciò ha ricadute sociali ed economiche importanti perché migliorarsi significa efficientarsi e, di conseguenza, poter reinvestire risorse passando quindi a un circolo virtuoso che si mantiene in modo autonomo. Questo aspetto, nel settore della salute pubblica e, più in generale per l’ambito sanitario, è un cardine irrinunciabile».
Come giudica la scelta di inserire la robotica in sala operatoria?
«La chirurgia robotica oggi è un argomento particolarmente diffuso. La scelta di Habilita è stata lungimirante in quanto si basa su esperienza e su dati clinico-scientifici. Il gruppo ha scelto la robotica di Mako perché è un tipo di chirurgia robotica che ha alle spalle un’evidente passato validato da dati e certificazioni. Questa è stata la partenza ma, contemporaneamente, è partita un’evoluzione: il Mako è stato sottoposto recentemente a un importante aggiornamento del software che ha garantito un ulteriore miglioramento delle prestazioni in sala operatoria. Il Mako permette una migliore performance del chirurgo, una migliore ricerca del punto esatto per il posizionamento dell’impianto protesico, un maggiore risparmio tissutale e aiuta a mettere in pratica una chirurgia ad personam».
L’organizzazione interna del personale riveste un ruolo fondamentale.
«Dopo un anno di esperienza e con numeri decisamente importanti si è allestita una squadra all’interno di un gruppo già affiatato e preparato. Questo passo ci ha permesso l’ottimizzazione dei tempi chirurgici e dei flussi chirurgici. Parliamo quindi di un’estrema efficienza che si traduce, per il paziente, in una riduzione del rischio di complicanza. Ricordiamoci sempre che il nostro obiettivo principale è quello di avere una chirurgia sicura. È poi altrettanto importante efficientare le risorse nell’ambito sanitario rendendo il sistema sostenibile».
Che riscontri avete da parte dei pazienti che si rivolgono a voi?
«Il fatto che questa chirurgia, svolta al termine del processo operativo di cui abbiamo parlato fin qui, porti soddisfazione è dimostrata anche dal fatto che diversi pazienti a cui è stata inserita la protesi al ginocchio, si ripresentino a distanza di qualche mese per lo stesso intervento anche all’altro ginocchio. Il paziente, dopo aver verificato in prima persona la bontà del nostro modo di operare, ci rinnova la fiducia e si affida alle nostre cure senza alcun timore. Questo aspetto lo ritengo molto importante».
Quali sono i vantaggi legati all’utilizzo della robotica in sala operatoria?
«L’utilizzo della robotica in sala operatoria garantisce una drastica riduzione delle complicanze. È una chirurgia assistita che permette di avere dei margini di sicurezza in cui operare. Per il paziente i vantaggi concreti sono legati a una ripresa più veloce e alla riduzione di quei sintomi direttamente connessi al post-operatorio (riduzione del dolore e delle perdite ematiche)».
Quale sviluppo ulteriore ci può essere nel campo della chirurgia protesica?
«Sono convinto che il tempo porterà a una maggior capacità del chirurgo nell’eseguire questa chirurgia. Il continuo feedback che viene garantito dalla tecnologia avanzata permette un costante miglioramento della tecnica. Credo inoltre che si stia andando progressivamente verso una personalizzazione di questa chirurgia. Si parte da una base già molto alta a livello qualitativo e in futuro l’obiettivo ritengo possa essere quello di una personalizzazione delle protesi».