eCCELLENZA

Tutto il Biellese dentro una bottiglia

Il microliquorificio La Culma celebra il decennale e si trasferisce a Lessona. Una realtà artigiana nata da zero: oggi produce 14 mila pezzi all’anno. 

Tutto il Biellese dentro una bottiglia
Pubblicato:

Il microliquorificio La Culma celebra il decennale e si trasferisce a Lessona. Una realtà artigiana nata da zero: oggi produce 14 mila pezzi all’anno.

Storia

«Non siamo poeti o scrittori, ma artisti di gusti e sapori»: sta scritto questo sul cartello che campeggia nell’attuale sede del micro-liquorificio “La Culma”, a Cossato. Una sede che, con i suoi centocinquanta metri quadrati, è oggi diventata troppo piccola davanti alla crescita esponenziale dei numeri e che, pertanto, verrà ora cambiata: “La Culma”, a breve (proprio nell’anno del suo decennale) si trasferirà in uno spazio produttivo più ampio, a Lessona, dove, su una superficie di quattrocento metri quadrati, continuerà a produrre liquori, frutta sotto spirito, dolci e perfino T-shirt, con la stessa artigianalità e passione che hanno caratterizzato, fin dall’inizio, la sua storia.

«Siamo piccoli, mi verrebbe da dire che siamo un nulla - dice Michela Trombini, titolare con il marito Roberto Zulato della piccola azienda artigianale che ha già conquistato il marchio di “Eccellenza Artigiana” -. Ma tutto quello che facciamo lo facciamo usando un ingrediente “segreto”: l’entusiasmo». E, infatti, quella del micro-liquorificio “La Culma” è una storia spinta avanti dall’entusiasmo, fin dalla sua nascita. «Una nascita molto empirica - spiega ancora Michela Trombini -, praticamente nella cucina di casa dove mi divertivo a preparare un liquore di erbe locali sulla base di un’antica ricetta di famiglia. La svolta arrivò quando offrii un bicchierino di quel liquore a un conoscente, fine intenditore, che ci consigliò di produrlo in maggiore quantità e di commercializzarlo. Io, all’epoca, facevo la geometra, mio marito lavorava nel tessile. Che fare? Ci siamo buttati. All’inizio, siamo partiti allestendo un laboratorio a norma nella cantina di casa, a Casapinta: dodici metri quadrati appena. Il business plan? Ma quale business plan? Il nostro unico business plan, per quello che agli inizi era soltanto un secondo lavoro, fu il nostro entusiasmo, il coraggio di rischiare». E i numeri, da subito, dettero ragione a questa scelta: nel primo anno di attività, furono prodotte e vendute 3 mila bottiglie. «Quando i numeri iniziarono a lievitare, formalizzammo la costituzione della società “La Culma di Zulato Roberto”. Io lasciai il mio lavoro da geometra e cominciai a occuparmi a tempo pieno della produzione di liquori. Adesso, sta entrando nella società anche uno dei nostri tre figli, Matteo, che ha un background maturato nel campo della ristorazione stellata e che già sta portando, da tempo, il suo contributo alla produzione con la ricerca di sapori e abbinamenti particolari e insoliti: è merito suo se, recentemente, il range produttivo si è, per esempio, arricchito di prodotti come il Gin Kentucky e l’Amaro Baribal». Per la famiglia Zulato, quel passaggio significò soprattutto, sin da subito, un impegno lavorativo di sette giorni su sette: cinque giorni in laboratorio e i fine settimana in giro per manifestazioni, esposizioni e fiere di settore in tutta Italia.

Territorio

«Non vendiamo solo liquori - aggiunge Michela Trombini -: ovunque andiamo, noi promuoviamo il territorio biellese. Lo facciamo non solo usando materia prima per quanto possibile locale, ma anche usando nomi e un logo (dove troneggia un orso) che richiamano il Biellese e invitando concretamente i clienti a venirci a trovare per poter vedere, oltre al nostro micro-liquorificio, una realtà poco conosciuta dove vi sono cose splendide come il Ricetto di Candelo, la Burcina o l’Oasi Zegna». Intanto, nel 2017, “La Culma”, in piena attività espansiva, si sposta in uno spazio più ampio, a Mezzana, dove gli Zulato abbinarono all’attività produttiva anche un ristorante polarizzato sull’abbinamento di cibi e liquori di loro produzione, nonché un’attività di affittacamere. «Ma i numeri del micro-liquorificio crescevano - aggiunge Michela Trombini - . Così, decidemmo di concentrarci solo sul liquorificio, spostandoci nell’attuale sede di Cossato. Ora, nell’anno del decennale, a breve, ci trasferiremo a Lessona, in una struttura di quattrocento metri quadrati dove troverà posto anche un corner shop e un punto di degustazione diretta. La produzione è arrivata a 14 mila bottiglie annue e noi siamo artigiani a tutto tondo: tutto avviene manualmente, a partire dalla raccolta di certe erbe fino alle macerazioni, all’imbottigliamento e all’etichettatura».

La produzione

Oggi, nel range produttivo di “La Culma” vi sono una quindicina di liquori. «Abbiamo i prodotti storici, come il “Culmino” che ci impegna con la raccolta diretta delle erbe locali - spiega Michela Trombini -, o liquori come il “Nocciolino” con cui promuoviamo l’eccellenza della nocciola Igp Piemonte e che si sposa benissimo con certe torte o sul gelato. Recentemente, in omaggio al vecchio Piemonte, abbiamo proposto un rosolio secondo la storica ricetta. A questa attività di produzione e vendita con il brand “La Culma”, si è affiancata quella per conto terzi per i quali creiamo prodotti on measure, personalizzati con l’etichetta del committente. Non solo, ma nel range produttivo abbiamo anche frutta sotto spirito (castagne e frutti di bosco) e dolci natalizi preparati con i nostri liquori, come il panettone alla violetta. Ultimamente poi, abbiamo varato, su ispirazione di Matteo, anche una mini-linea di T-shirt, rispettivamente dedicate al Gin Kentucky e all’Amaro Baribal». Insomma, una storia emblematica quella di “La Culma”; una storia che dimostra come una passione può diventare un’impresa e che conferma l’asserto dell’economista austriaco Peter Ferdinand Drucker: “Dietro ad ogni impresa di successo c’è sempre qualcuno che, all’inizio, ha preso una decisione coraggiosa”.
Giovanni Orso

Seguici sui nostri canali