Claudio Castellini a "Nuvolosa": «I supereroi Marvel erano il mio sogno. L’ho avverato»
Star del mondo dei comics, primo italiano a collaborare con Marvel Usa dall'Italia, sarà al festival del fumetto oggi e domani.
Star del mondo dei comics, primo italiano a collaborare con Marvel Usa dall'Italia, sarà al festival del fumetto oggi e domani.
L'intervista
Raccontare la carriera di un enfant prodige del fumetto a livello internazionale, qual è la carriera di Claudio Castellini (nella foto), significa raccontare della realizzazione di un sogno che si riassume così: diventare un disegnatore di supereroi, farlo a soli ventisei anni, per di più per Marvel Usa dall’Italia, e cominciare dal proprio personaggio preferito, Silver Surfer. Nel mezzo, conquistare la stima e l’amicizia di un idolo, John Buscema.
A “Nuvolosa”
Lui, Claudio Castellini, è l’ospite d’onore dell’edizione 2024 del festival del fumetto “Nuvolosa”: oggi sabato, 9 marzo, alle 10.30 a Palazzo Ferrero incontrerà i giovani del concorso per la premiazione dei migliori elaborati e domani domenica darà un assaggio dal vivo del suo talento e del suo tratto inconfondibile, con una performance sul posto tutta da ammirare. “Eco” l’ha raggiunto telefonicamente a Barcellona, dove vive, per conoscere esordi e storia di un pioniere, primo autore nostrano a lavorare dall’Italia per la Marvel Usa appunto.
Il sogno
Sappiate, allora, che Claudio Castellini, sin da piccolo, sognava in grande: «Inizialmente, disegnavo di tutto, dal pittorico ai manga, influenzato dai cartoni animati che vedevo da ragazzo, fino ai classici personaggi Disney. Dunque, non mi dedicavo solo al fumetto - ricorda - Poi, un bel giorno, vidi un comic book di Spider-Man in edicola e mi avvicinai al genere supereroistico di Marvel. Mi posi, allora, l’obiettivo di diventare un disegnatore di supereroi. In quegli anni, va detto, era considerato impossibile: non c’era uno sbocco verso il mercato americano e chiunque volesse fare questo mestiere poteva rivolgersi solo alle case editrici italiane». La migliore opportunità era lavorare per la Sergio Bonelli Editore, ed è proprio lì che ha avuto inizio la sua carriera, disegnando Dylan Dog e subito dopo Nathan Never, personaggio di fantascienza di cui è stato il creatore grafico e ha realizzato il numero uno e le copertine per oltre cinquanta numeri. Il suo sogno di ragazzo, però, non si spegneva: «Motivo di sincera soddisfazione personale è l’essere riuscito ad aprire le porte della collaborazione con Marvel direttamente dall’Italia, anche perché non era solo il mio, ma di molti altri a seguire. Andai personalmente a conoscere il mio modello artistico, John Buscema, ospite nel ‘92 a Prato, e gli mostrai il numero uno di Nathan Never. Lui lo vide e disse: “Dovresti venire a lavorare per Marvel”. Il mio sogno si stava realizzando: ero andato lì anche solo per l’onore di conoscerlo, certo con la speranza che qualcosa potesse succedere, e così fu. Avevo poco più di vent’anni e lui, John Buscema stesso, si offrì di portare il numero uno in America. Di lì a poco, mi contattò l’editor en chief di Marvel in persona, Tom DeFalco, e in una emozionante chiamata telefonica mi sentii dire che volevano che io lavorassi per loro, chiedendomi perfino di scegliere il personaggio. Senza indugi risposi Silver Surfer, il mio preferito, in omaggio a John Buscema».
Per lui, quella svolta professionale è stata come ritrovare la sua vera identità artistica: «Il metodo americano è molto diverso da quello italiano. In Italia lo sceneggiatore decide per certi versi anche lo sviluppo grafico della pagina prestabilendone la struttura, mentre il metodo americano dà piena libertà al disegnatore per quanto riguarda la narrazione visuale, considerandolo il vero regista della storia. Accade esattamente come nel cinema. Allo stesso modo il disegnatore interpreta la sceneggiatura e racconta graficamente a modo proprio la storia. Un modo di lavorare che trovo più naturale e affine alla mia personalità di autore».
In quegli anni, nel crossover Marvel vs DC, Claudio Castellini ha disegnato le maggiori icone del fumetto supereroistico americano, come Spider-Man, Superman, Batman: «Disegnare Batman è stato un grande onore, è forse il supereroe più amato dal grande pubblico. Ma per quanto mi riguarda, i miei preferiti sono Silver Surfer e Superman, perché rappresentano l’archetipo dell’eroe puro e senza macchia che agisce seguendo un codice etico, dimostrando autodominio e non cedendo alla tentazione di combattere il male con le sue stesse armi; i “buoni” non uccidono. In altre parole, penso che il messaggio da trasmettere ai lettori debba essere edificante e positivo, soprattutto considerando un certo target di età».
Le scelte e i principi
E questo principio ha guidato sempre le scelte professionali di Claudio Castellini, tanto che negli anni successivi - mentre il fumetto supereroistico cominciava a tendere verso un realismo sempre più marcato e tematiche talvolta di violenza esplicita e gratuita - ha preso la decisione di allontanarsi dal mondo dell’editoria e di occuparsi principalmente di collezionismo, collaborando di tanto in tanto con le case editrici solo per copertine o progetti con contenuti affini alle sue convinzioni. Oggi, come fu John Buscema per lui, è egli stesso un modello per i giovani fumettisti e a loro, da maestro di anatomia artistica (essenziale per disegnare i supereroi), arriva l’esortazione a «seguire una via accademica di studio e non lasciarsi tentare dalle scorciatoie che offre oggi la tecnologia digitale. L’arte non è solo risultato finale, ma il percorso frutto della personalità e delle esperienze di vita dell’artista. Io incoraggio all’arte “vivente e vissuta”».
Giovanna Boglietti