Made in Biella: export filatura in calo
Flessione complessiva del -4,46 per cento, ma i flussi crescono nell’Area del Mediterraneo. A una settimana dall’edizione 61 di Filo, i dati Istat sul 2023.
Flessione complessiva del -4,46 per cento, ma i flussi crescono nell’Area del Mediterraneo. A una settimana dall’edizione 61 di Filo, i dati Istat sul 2023.
Bilanci
Tempo di bilanci per la filatura made in Biella. A una settimana esatta dall’edizione 61 di Filo, il salone internazionale dei filati e delle fibre tessili organizzato da AssoServizi Biella (al MiCo di Milano, mercoledì e e giovedì prossimi), i dati Istat ultimi disponibili (relativi ai primi tre trimestri del 2023) disegnano una filatura biellese il cui export è complessivamente calato (-4,46%), ma anche una filatura made in Biella per cui, a guardare i dati in controluce, si disegnano nuovi scenari esportativi, pur tenendo sempre presente che sulla crescita misurata a valore influiscono ovviamente variabili diverse rispetto alla misurazione in volume.
Nei primi nove mesi del 2023 (dati Istat ultimi disponibili), le esportazioni in valore dei filati e fibre made in Biella sono state pari a 341.094.076 euro, contro un import, sempre misurato in valore, di 391.381.955 euro. Da sottolineare che il calo dell’import su base tendenziale nel periodo considerato (-6,34%) è stato più robusto di quello dell’export. Vale la pena di ricordare come, tra il 2021 e il 2022, l’import, in valore, trascinato dal caro materie prime era salito del +45,36%. Nei primi nove mesi nel 2023, pertanto, la bilancia settoriale, pur chiudendo sempre in negativo, migliora, in valore di 10.587.290 euro.
I mercati
Ora, se l’export complessivo di fibre e filati made in Biella cala del -4,46%, é pur vero che la dinamica é differente a seconda delle macroaree. Il calo risentito dall’export verso l’Ue a 28 si è, infatti, contenuto in un -0,33%. Assai più marcato, invece, appare il calo delle vendite estere di filati made in Biella verso l’Asia (-31,88%), trainato dal trend verso la Cina che flette del -27,09%, e verso i cosiddetti Brics trai quali, tuttavia, spicca l’ottima performance esportativa verso il Brasile, decompensata tuttavia dal -60,5% messo a segno verso l’India. Anche verso gli Stati Uniti, le esportazioni di filati biellesi, nel periodo monitorato dall’Istat, hanno conosciuto un calo percentuale quantificabile in un -24,57%. La geografia dei flussi esportativi dei filati biellesi ha, invece, trovato due sbocchi dove la crescita percentuale si è rivelata robusta. Si tratta dell’Area del Mediterraneo con un +26,54% realizzato e dove, in particolare, i flussi verso il Marocco hanno messo a segno una crescita percentuale del +45,74%, nonché dell’Africa, mercato su cui l’export di filati biellesi è cresciuto del +57,48%. Focalizzando l’attenzione sull’Europa, il Paese verso il quale l’export di filati biellesi è maggiormente cresciuto è stata la Francia (+38,2%). Alla piccola battuta d’arresto verso il mercato tedesco, in recessione, (-3,32%), hanno tuttavia fatto da contraltare crescite robuste (ancorché con volumi ridotti rispetto a quelli che caratterizzano l’ export sul mercato tedesco) verso la Norvegia (+48,84%), la Spagna (+8,83%) e l’Ungheria (+25,5%). Stabili Portogallo (+0,57%) e Regn Unito (piccola flessione del -0,73%), mentre verso la Svizzera, hub primario, si è visto un incremento del +6,63%.
Giovanni Orso