Pmi biellesi: credito giù del -8,6 per cento
Studio di Cgia sulle erogazioni a imprese con meno di venti dipendenti. Nei primi mesi 2023, su base tendenziale, erogati 23,5 milioni di prestiti in meno.
Studio di Cgia sulle erogazioni a imprese con meno di venti dipendenti. Nei primi mesi 2023, su base tendenziale, erogati 23,5 milioni di prestiti in meno.
Lo studio
È ormai “credit crunch” ossia stretta creditizia. Almeno per le imprese più piccole, quelle fino a venti addetti. Nell’ultimo anno (agosto 2023 sullo stesso mese del 2022), la riduzione del credito per le piccole imprese biellesi è stata pari a -8,6%. All’appello, a conti fatti, mancano 23,5 milioni di erogazioni: una diminuzione percentuale su base tendenziale più alta del -8,2% che costituisce la media piemontese. I dati sono stati elaborati dall’Ufficio Studi di Cgia che, non a caso, lancia l’allarme. Anche perché, se le imprese fino aventi dipendenti costituiscono il 98% del tessuto industriale italiano, anche quelle over venti dipendenti hanno conosciuto una stretta creditizia, seppur in forma più contenuta (-7,5%).
In Piemonte
Se la stretta creditizia sulle piccole imprese biellesi sino a venti dipendenti pesa per 23,5 milioni (-8,6%), non va certamente meglio per Alessandria, provincia le cui piccole imprese hanno visto ridursi l’erogazione del credito del -9,1% (85,1 milioni in meno). A Torino, poi, le piccole imprese fino a venti addetti hanno visto decrescere le erogazioni da parte del sistema creditizio per 45,1 milioni (-8,9%). Anche la vicina Novara, sistema industriale complesso, ha visto mancare all’appello del credito delle sue piccole realtà 58,2 milioni di euro, con una contrazione del -8,8%. Nel Vco, la contrazione si è rivelata in linea con la media regionale, con un calo delle erogazioni pari a 25,5 milioni (-8,2%). Va un po’ meglio a Asti, dove la misura del credit crunch verso le imprese under venti addetti è stata del -7,9%, sottraendo a queste realtà, in valore assoluto, 51,8 milioni. Cuneo, la provincia “granda”, ha visto una stretta dell’erogazione di credito verso le piccole imprese locali pari a -7,4%, con un calo di volumi erogati di 217,1 milioni. Vercelli ha risentito il calo meno impattante dell’intero Piemonte, con una flessione dell’erogazione del credito di -6,1% e 26 milioni di euro in meno di disponibilità per le piccole imprese. I dati, poi, vanno rapportanti al credit crunch medio risentito sia a livello nazionale 8-8,7%) sia a livello di macro-area Nord Ovest (-9,5%). In questo complessivo scenario, il dato biellese appare meno impattante, anche se foriero di preoccupazione.
Cause
Ma quali le cause di questa stretta creditizia che sta rischiando di inceppare quella parte di filiera produttiva al servizio delle imprese più strutturate? Lo studio di Cgia ne individua tre, legate fra loro: la prima é l’aumento dei tassi di interesse imposto dalla Bce in questo ultimo anno; aumento che ha reso molto costoso indebitarsi. Pertanto, molte imprese soprattutto di media/grande dimensione, hanno preferito ricorrere a forme di autofinanziamento; la seconda è quella collegata alla frenata del Pil nazionale che ha provocato una flessione della domanda di prestiti; la terza è la minor liquidità a disposizione delle banche (sia perché la raccolta è diminuita, sia perché esse devono restituire alla Bce i fondi “Tltro” ossia quelli che riguardano il programma con cui la Bce, negli anni scorsi, ha finanziato a basso costo le banche, vincolando queste ultime a erogare le risorse all’economia reale.
Rischi e urgenze
Senza liquidità una impresa, soprattutto piccola, non solo non può fare investimenti, ma spesso è costretta a ritardare i pagamenti ai fornitori e nei casi più critici inizia a non versare con regolarità gli stipendi ai propri dipendenti. Per Cgia, é necessario che il Governo intervenga subito, rifinanziando il Fondo di Garanzia per le Pmi che era stato potenziato nel periodo del Covid.
Giovanni Orso