Retroscena

Carcere, il cuoco che faceva entrare la droga sotto i furgoni dei fornitori

Il carcere di Biella era davvero un paradiso per chi voleva fare soldi spacciando droga. I canali di ingresso erano moltissimi

Carcere, il cuoco che faceva entrare la droga sotto i furgoni dei fornitori
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Emergono diversi retroscena sull'inchiesta carcere, in particolare legati ai soggetti che si arricchivano dentro le mura dell'edificio di via dei Tigli con lo spaccio di droga. Persino il cuoco tunisino di 40 anni, Sabeur El Ghrairi, che godeva della fiducia, o più probabilmente della complicità di più agenti della polizia penitenziariam aveva un ricco traffico.

Il cuoco del carcere e lo spaccio di droga

Ma sono i metodi di gestione del traffico che stupiscono. Lo racconta il pentito di 'ndrangheta Antonio Guastalegname: "El Ghrairi gestisce tutto il vecchio padiglione. Fa il cuoco e faceva introdurre la roba illecita, lo stupefacente (fumo, crack, cocaina e subotex) e telefoni mettendo tutto nei pacchi e nascondendoli nei furgoni delle imprese che riforniscono di alimentari il Carcere. Sabeur prendeva contatto all’esterno con i suoi complici, i quali saputo il numero di targa del furgone, mettevano i pacchi sotto il furgone con il nastro adesivo e poi, una volta parcheggiato il furgone all’interno del carcere per scaricare la merce in cucina, lui prendeva materialmente il pacco".

E la guardia gli portava anche il lievito per far fermentare la grappa.

Servizio completo, con anche altri retroscena, su Eco di Biella in edicola oggi, lunedì 18 settembre.

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