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Tutti i rifugi biellesi saranno dotati di un defibrillatore DAE

Presentato oggi, venerdì 28 luglio, a Palazzo Oropa il progetto "Con Il Cuore Nei Rifugi Biellesi", per la sicurezza dei frequentatori

Tutti i rifugi biellesi saranno dotati di un defibrillatore DAE
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L’idea è tanto semplice quanto geniale: fornire a tutti i rifugi biellesi un Defibrillatore DAE per rendere più sicuri i frequentatori degli stessi.

Nella sala consigliare di Palazzo Oropa è stato presentato oggi, venerdì 28 luglio, il progetto "Con Il Cuore Nei Rifugi Biellesi", nato nel 2021 sotto la spinta di Claudio Negro, capo delegazione del Soccorso Alpino della Provincia di Biella, subito affiancato dal presidente della Croce Rossa di Biella Osvaldo Ansermino.

La conferenza stampa di presentazione del progetto

«Quando gli esposi il tutto, ne fu subito entusiasta e propose di assumersi anche l’onere di istruire e preparare all’uso del DAE i gestori - afferma Negro -. Su un server della Croce Rossa, monitorato in continuo h24, verrà installato un software per la gestione in remoto dei DAE, prevenendo problematiche tecniche e fornendo assistenza nell’eventualità dell’utilizzo. I DAE scelti dalla Commissione Medica sono della stessa tipologia di quelli in uso alla locale Asl di Biella, permettendo nel momento dell’ospedalizzazione lo scambio completo dei dati.

«Nei giorni scorsi quattro gestori di rifugio (Mombarone, Rosazza, Lago della Vecchia e Piana del ponte) hanno partecipato al primo corso, conseguendo l’abilitazione secondo gli standard della Regione Piemonte».

Nell'anniversario del Cai (150 anni)

Questo il commento del sindaco Claudio Corradino:

«Un bellissimo progetto, per nulla semplice, e farne parte, insieme a tanti altri attori, onora questa amministrazione. Dotare di un defibrillatore DAE tutti i rifugi biellesi e formare i gestori e loro coadiuvanti all’uso e alla conservazione dello stesso in stato ottimale potrà recitare un ruolo decisivo nel salvare vite umane, offrendo maggiore sicurezza ai frequentatori delle montagne del nostro bellissimo Biellese.

«Quando parliamo delle nostre montagne, in un anno particolare in cui si festeggia l'anniversario del Cai di Biella, che ha raggiunto l'importante traguardo dei 150 anni, non possiamo non pensare alla sicurezza. E questo progetto rappresenta un deciso passo in avanti sotto questo aspetto, con l’auspicio che possano essere utilizzati il meno possibile.

«Al di là delle battute, avere gli strumenti pronti, in grado di salvare una vita, ci rende orgogliosi».

Estendere il progetto

«Oltre al grande cuore che il Soccorso Alpino ha sempre dato prova di possedere, in questa occasione hanno anche dimostrato grande spirito intuitivo e di innovazione - spiega l’assessore alla Montagna, nonché rappresentante italiana all’interno del board delle Città Alpine Barbara Greggio -. Presenterò questo progetto alla presidente delle Città Alpine Ingrid Fischer per uno sviluppo all’interno delle Alpi. Da Sondrio potremmo passare al Trentino, alla Valle d’Aosta e nei Paesi che fanno parte della Convenzione come Francia, Svizzera, Austria, Liechtenstein, Lussemburgo e Slovenia. Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo: ora non ci resta che lanciarlo oltre la barriera delle Alpi».

Un percorso complicato in Regione

«Questo progetto dimostra con i fatti quanto avevamo promesso - afferma il consigliere regionale Michele Mosca -. Quando mi è stato presentato il progetto, pur non essendo un assiduo camminatore, ne ho inteso immediatamente l’importanza perché dotare i rifugi di un defibrillatore può rappresentare la differenza e salvare una vita.

«Il percorso in Regione è stato complicato, ma, alla fine, grazie all’assessorato alla Montagna del vice presidente Fabio Carosso, abbiamo trovato la soluzione».

Tanti i presenti a Palazzo Oropa

Alla conferenza stampa di presentazione non sono voluti mancare il presidente dell’Ordine dei medici di Biella Franco Ferrero (che ha elogiato il progetto, definito «di altissima civiltà», mentre proprio pochi giorni fa è stata pubblicata una nuova legge in materia e che testimonia come questo progetto tutto biellese sia stato un vero precursore a livello nazionale), il dottor Federico Prato, il presidente dell’Unione montana Valle Cervo Davide Crovella e Marco Baldin, maestro di sci a Bielmonte che, grazie all’efficienza della catena del soccorso extra ed intraospedaliera e alla Defibrillazione Precoce, ha potuto essere presente e raccontare la sua storia.

 

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