Cinque anni per l’estorsione al Jacky’O
BIELLA - E’ stato condannato a cinque anni di reclusione più duemila euro di multa per le accuse di estorsione e rapina, il padre dell’ex titolare dello storico night club Jacky’O di via Cerruti, anni e anni di spettacoli hard alle spalle da quando, ormai una vita fa, aveva preso il posto del mitico Charlie Brown, discoteca amatissima dai giovani biellesi, quando giravano a mille locali come la Vallese, il Melody Maker o il vecchio Cancello dello Stani. La sentenza nei confronti di Giovanni Cambareri, 65 anni, di Torino (avvocato Stefano Monteleone), che a detta dell’accusa avrebbe inseguito, malmenato con un manganello e minacciato un cliente per farsi pagare una somma di tremila euro quale corrispettivo di presunte consumazioni effettuate poco prima nel locale notturno, è stata emessa lunedì dal Tribunale in composizione collegiale (presidente Paola Rava, a latere Emanuele Migliore e Francesco Pipicelli). I giudici hanno invece assolto il secondo imputato del processo, Aldo Intrieri, 58 anni, di Biella (avvocato Ugo Fogliano), a suo tempo collaboratore dello stesso locale, accusato solo di favoreggiamento personale in quanto - a detta dell’accusa, rappresentata dal piemme Ernesto Napolillo -, avrebbe assunto un atteggiamento reticente con i suoi continui «non ricordo» alle domande che gli avevano posto i poliziotti della Mobile in sede di sommarie informazioni.
Di anni ne sono passati parecchi da quel giorno. L’imputato e i suoi familiari avevano da sempre suscitato un certo timore reverenziale e rispetto in tutti coloro che li conoscevano. Era la notte del 13 giugno 2011 quando - stando al capo d’accusa - Giovanni Cambareri si era lanciato all’inseguimento, lungo la Biella-Santhià, di un cliente che, a suo dire, non aveva pagato il conto del locale. A Sandigliano l’aveva costretto ad accostare. Avrebbe quindi preteso il pagamento della somma di tremila euro. In caso contrario avrebbe prospettato al cliente (un uomo di Biella rappresentato come parte civile dall’avvocato Sergio Gronda) che «se non avesse pagato le consumazioni gliel’avrebbe fatta pagare, che l’avrebbe picchiato e che in un modo o nell’altro gli avrebbe preso i soldi, che comunque lo sarebbe andato a prendere dove abitava». Avrebbe quindi rivolto espressioni del tipo: «se non me li dai (i soldi) ti ammazzo». Non soddisfatto - sempre stando al capo d’imputazione - l’avrebbe picchiato in modo ripetuto con un manganello. Il cliente, spaventato, aveva quindi richiesto il riscatto anticipato di una polizza assicurativa e, ottenuti i soldi, li avrebbe consegnati al Cambareri quale corrispettivo della somma di denaro pretesa.
V.Ca.
BIELLA - E’ stato condannato a cinque anni di reclusione più duemila euro di multa per le accuse di estorsione e rapina, il padre dell’ex titolare dello storico night club Jacky’O di via Cerruti, anni e anni di spettacoli hard alle spalle da quando, ormai una vita fa, aveva preso il posto del mitico Charlie Brown, discoteca amatissima dai giovani biellesi, quando giravano a mille locali come la Vallese, il Melody Maker o il vecchio Cancello dello Stani. La sentenza nei confronti di Giovanni Cambareri, 65 anni, di Torino (avvocato Stefano Monteleone), che a detta dell’accusa avrebbe inseguito, malmenato con un manganello e minacciato un cliente per farsi pagare una somma di tremila euro quale corrispettivo di presunte consumazioni effettuate poco prima nel locale notturno, è stata emessa lunedì dal Tribunale in composizione collegiale (presidente Paola Rava, a latere Emanuele Migliore e Francesco Pipicelli). I giudici hanno invece assolto il secondo imputato del processo, Aldo Intrieri, 58 anni, di Biella (avvocato Ugo Fogliano), a suo tempo collaboratore dello stesso locale, accusato solo di favoreggiamento personale in quanto - a detta dell’accusa, rappresentata dal piemme Ernesto Napolillo -, avrebbe assunto un atteggiamento reticente con i suoi continui «non ricordo» alle domande che gli avevano posto i poliziotti della Mobile in sede di sommarie informazioni.
Di anni ne sono passati parecchi da quel giorno. L’imputato e i suoi familiari avevano da sempre suscitato un certo timore reverenziale e rispetto in tutti coloro che li conoscevano. Era la notte del 13 giugno 2011 quando - stando al capo d’accusa - Giovanni Cambareri si era lanciato all’inseguimento, lungo la Biella-Santhià, di un cliente che, a suo dire, non aveva pagato il conto del locale. A Sandigliano l’aveva costretto ad accostare. Avrebbe quindi preteso il pagamento della somma di tremila euro. In caso contrario avrebbe prospettato al cliente (un uomo di Biella rappresentato come parte civile dall’avvocato Sergio Gronda) che «se non avesse pagato le consumazioni gliel’avrebbe fatta pagare, che l’avrebbe picchiato e che in un modo o nell’altro gli avrebbe preso i soldi, che comunque lo sarebbe andato a prendere dove abitava». Avrebbe quindi rivolto espressioni del tipo: «se non me li dai (i soldi) ti ammazzo». Non soddisfatto - sempre stando al capo d’imputazione - l’avrebbe picchiato in modo ripetuto con un manganello. Il cliente, spaventato, aveva quindi richiesto il riscatto anticipato di una polizza assicurativa e, ottenuti i soldi, li avrebbe consegnati al Cambareri quale corrispettivo della somma di denaro pretesa.
V.Ca.