La protesta: "Sul ponte chiuso non si lavora: è una vergogna"
Interrogativo: "Se invece di 68 giorni ne servivano molti di meno, perché penalizzare così gravemente l'utenza?"
Il ponte della tangenziale sottoposto a manutenzione dall'Anas e chiuso nella direzione verso Biella sta creando non pochi problemi di traffico e susseguenti proteste da parte dei cittadini.
Di seguito pubblichiamo la lettera di protesta di una di loro che pone interrogativi leciti.
La lettera di protesta
Riceviamo e pubblichiamo:
Buongiorno Direttore, Le chiedo, credo anche a nome di molti altri, di dare enfasi, sul Suo giornale, alla situazione di disagio che - impotenti - subiamo a causa del perdurare del fermo lavori sul ponte della tangenziale. A mio modo di pensare, se per l'esecuzione di una commessa dichiaro un tempo di realizzo di 68 giorni, posso tenere conto di alcuni giorni di fermo per maltempo (e per questo ci sono le statistiche) ma, nel mondo del lavoro REALE e SERIO, è impensabile che si inizi un lavoro e dopo una settimana lo si sospenda con la motivazione che non ci sono i materiali. Ma che presa in giro è? Ulteriore ridicolo particolare: dopo le deboli proteste dei primi 8-9 giorni di fermo, una mattina della scorsa settimana in cantiere c'erano ben due operai, uno tranquillamente seduto a fumare e l'altro nei pressi del camioncino (vuoto) con cui credo fossero arrivati. Dopo quella breve apparizione, il cantiere è di nuovo, da giorni, tristemente chiuso. L'Anas ha affermato che terminerà nei tempi previsti. Doppia presa in giro: se invece di 68 giorni ne servivano molti di meno, perché penalizzare così gravemente l'utenza, cioè i cittadini, tenendo bloccata un'arteria importantissima per la viabilità del nostro territorio? Evidentemente il danno economico dei ritardi negli spostamenti non è un problema dell'Anas, ma dovrebbe essere un enorme punto di attenzione delle varie amministrazioni locali. Buona giornata e grazie per l'attenzione.
Anna Grosso