E' stato un episodio che ha dell'assurdo quello accaduto a
Paolo Furia, a lungo segretario regionale del Pd, che ieri è stato vittima di una vera e propria aggressione omofoba mentre si trovava insieme al compagno al Planetario di Pino Torinese.
Furia: "Io, vittima di aggressione verbale omofoba"
"Al Planetario di Pino Torinese - scrive su Facebbok - ci sono molte attività per tutte le età. Una in particolare consiste in una specie di spettacolo simile al cinema, dove eravamo con Samu e molte famiglie, tante con bambini, diciamo dai tre anni in su. Ci sediamo davanti a una coppia con neonato, con alcuni amici, che già si distingueva prima per intelligenza: tipo che si avvicinavano alle esposizioni del museo e la madre ad alta voce “e che c…zo è questo?” ridendo con gli amici. E va bè".
Il racconto
"Nel cinema, per lo spettacolo, il povero neonato comincia a piangere. Dopo un certo tempo in cui il piccolo piangeva senza consolazione Samu si è girato e gentilmente ha chiesto se potevano uscire per sentire lo spettacolo, ed è partito un finimondo: questo padre tamarro, sarà stato nostro coetaneo, ha cominciato a urlarci addosso varie cose, davanti a tutti, delle quali quelle che mi sono rimaste più impresse sono “froci di merda”, “vi lamentate solo perché voi tanto di bambini non ne potete avere”, e poi le classiche minacce “venite fuori che la sistemiamo noi”, inviti a prenderci a botte etc.
I bambini hanno cominciato a spaventarsi e qualcuno si è messo a piangere; diversi genitori presenti in sala hanno chiesto che abbassassero i toni e infine costoro sono stati allontanati, non prima di averci invitato ancora fuori e di averci minacciati, sempre con insulti legati al nostro orientamento sessuale".
"Tamarri violenti"
"Io penso - prosegue - che portare un neonato in un ambiente per bambini diciamo dai tre anni in su, un ambiente che un neonato non può certamente apprezzare, sia una forma di insensibilità principalmente nei confronti del bambino, il quale magari ha bisogno di contesti diversi dove, tra le altre cose, urlare quando si ha bisogno di urlare sia possibile: è vero, non ho figli, ma amo molto i bambini e vedo gli sforzi che i miei amici genitori fanno per conciliare la propria vita con quella dei figli. Dopodiché la reazione a una obiezione gentile è stata talmente violenta è mortificante da far venire meno qualsiasi argomento di discussione possibile.
Purtroppo i tamarri violenti sono dappertutto. Questi nello specifico spero di non vederli mai più, non li ho denunciati, non me ne frega niente di per sé. Però ecco, quando si dice che l’omofobia non è un aggravante, bè ora ho anche la prova sulla mia pelle che un insulto omofobo, così come un insulto razzista, o sessista, ha una sua gravità intrinseca rispetto ad un insulto normale perché prende di mira un aspetto della tua identità e ti fa sentire sbagliato per quello che sei, non per un atto che fai, che può essere più o meno condivisibile.
Tanto che ne sto scrivendo qui: un po’ per sfogarmi, lo confesso, perché mi sono sentito umiliato; e un po’ per far presente ai tanti sottovalutatori della questione che purtroppo l‘omofobia esiste ancora, è diffusa e in alcuni ambienti o con alcune persone ci vuole pochissimo per scatenarla. È anche possibile che questa situazione stia aggravandosi poco alla volta per via del clima culturale regressivo della stagione che stiamo vivendo.