In arrivo altri migranti, le bici non bastano
La Cicloofficina Thomas Sankara: «Portateci quelle usate o rotte». Le scorte si stanno esaurendo. Negli ultimi tre mesi ne sono state consegnate 40.
La Cicloofficina Thomas Sankara: «Portateci quelle usate o rotte». Le scorte si stanno esaurendo. Negli ultimi tre mesi ne sono state consegnate 40.
L'appello
«Emergenza! Emergenza! Stiamo esaurendo le scorte di biciclette da consegnare, solo ieri ne sono state consegnate sei alle persone migranti che da poco sono giunte nel Biellese».
L’appello è apparso sui social qualche giorno fa. A lanciarlo, la Cicloofficina Thomas Sankara di Occhieppo Inferiore, associazione che opera sul territorio cercando di dare una risposta in termini di mobilità a migranti e persone in difficoltà economiche.
«Siamo un gruppo di volontari che da otto anni si è dato questa “mission” - dice Oreste Frassati -, nella consapevolezza che, specialmente per i migranti, avere un mezzo di trasporto è quanto mai indispensabile per potersi spostare sul territorio, per recarsi al lavoro e per ogni altra loro necessità.
«Inizialmente ci limitavamo a consegnare le biciclette e, in caso di rotture o guasti, effettuavamo il servizio di riparazione direttamente “a domicilio”, con un furgone. Una soluzione non proprio ottimale».
Sette anni fa l’apertura della cicloofficina nei locali ancora attrezzati di via Monte Cucco, 4, a Occhieppo Inferiore, dove già in passato Oreste Frassati, oggi settantanovenne, svolgeva questa attività, prima di lui appartenuta al padre.
«Lavoriamo sei giorni alla settimana per riparare le bici e poterle rimettere “su strada”. Il tutto a titolo di volontariato: non facciamo pagare nulla, se non (al massimo) i pezzi di ricambio che si rende necessario acquistare perché non disponibili in officina», dice Frassati.
Omaggio al presidente del Burkin Faso
«Poiché in principio i migranti arrivavano soprattutto dagli Stati africani, alla nostra associazione abbiamo voluto dare il nome del primo presidente del Burkina Faso, Thomas Sankara. Con il tempo molto è cambiato. Ora i migranti arrivano da diverse parti del mondo, in prevalenza dalla rotta balcanica: pakistani, afghani...», spiega il volontario.
E’ stata proprio questa recente ondata migratoria a determinare l’emergenza. «Negli ultimi tre mesi - dice ancora Frassati - abbiamo consegnato una quarantina di biciclette, e ora stiamo esaurendo le scorte».
Di qui l’appello: «Raccogliamo bici usate di ogni tipo, da adulto e bambino, e in qualunque condizione. Per ripararle o, laddove non fosse più possibile, per recuperarne i pezzi e riutilizzarli. Siamo aperti al pubblico il lunedì e il giovedì dalle 14.30 alle 18; per contatti e accordi per il ritiro, telefonateci al 348-2257079».
Oltre la solidarietà
Sbarazzarsi di una bicicletta rotta o che si è deciso di non usare più può dunque trasformarsi in un gesto di solidarietà. Ma può significare anche molto altro. «In pratica - conclude Frassati - attraverso il riuso e il recupero di materiale che, altrimenti, verrebbe gettato via, con questa nostra attività, seppur nel nostro piccolo, pratichiamo l’economia circolare.
«Personalmente, è gratificante poter mettere la mia esperienza e la mia professionalità al servizio di una giusta causa».
Lara Bertolazzi