IL FESTIVAL

Donne in viaggio in grotte e su treni a rischio

Oggi, sabato, al Festival al Piazzo esperienze di speleologhe e giornaliste di scienza. E poi un reading-riflessione sulla violenza subita da una ragazza sul Milano-Varese.

Donne in viaggio in grotte e su treni a rischio
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Oggi, sabato, al Festival al Piazzo esperienze di speleologhe e giornaliste di scienza. E poi un reading-riflessione sulla violenza subita da una ragazza sul Milano-Varese.

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"Donne in viaggio - acqua terra aria fuoco”. Anche quest’anno l’Associazione VocidiDonne partecipa al Festival “Viaggio, orizzonti, frontiere, generazioni” con un progetto che vede protagoniste di incontri a Palazzo Ferrero donne che sperimentano sulla propria pelle la scelta di esperienze fuori dagli schemi. Viaggiare, come è noto, è occasione di cambiamento, di trasformazione attraverso la visione di nuovi luoghi e il contatto con persone e culture diverse. Può essere un modo per migliorare la propria esistenza e posizione sociale, a volte è una fuga o una ricerca di libertà.

A volte anche un rischio

Sono viaggi che ci porteranno al centro della terra con le speleologhe Denise Trombin e Arianna Paschetto, sulla luna con la giornalista scientifica Gabriella Bernardi (questi primi due incontri sabato a Palazzo Ferrero fra le 17,30 e le 19,30); per mari con l’oceanografa Inès Borrione e per monti con la vulcanologa Micol Todesco (sabato 20 maggio stessi orari). Stupiranno - questi racconti - per la bellezza dei luoghi e il coraggio delle viaggiatrici e relatrici.

A completare il quadro sempre sabato alle ore 21 (ingresso libero) ecco il reading teatrale “La solitudine del viaggio” con la regia di Paolo Zanone sul testo “Il valzer” di Monica Gasparini e l’intervista alla capotreno Marta Layla Napolitano che metteranno in evidenza i rischi di viaggiare in treno attraverso l’Italia. Il racconto - che ha vinto un premio letterario nel 2022 - è infatti ispirato ad una violenza subita sul treno Milano-Varese da una ragazza. I tre protagonisti della vicenda, interpretati da giovani attori professionisti, Chiara Pellegrin, Elia Galeotti e Giacomo Mangiola, sono la vittima e i due aggressori. Il racconto si sviluppa su sei monologhi. Ciascuno dei tre, infatti, racconta in terza persona la propria storia prima del momento della violenza, poi riprende la parola per condividere, in prima persona e a fatto avvenuto, il proprio punto di vista. Alle parole si alternano i momenti musicali, affidati al violoncello di Giulia Gillio Gianetta.

«Il racconto complessivo è molto forte emotivamente - spiega il regista Zanone - perché mette in gioco temi connessi a quello principale della violenza e invita a una riflessione profonda. Prima il dramma nella vita dei due ragazzi e la serenità di quella della vittima. Poi, la compassione nei confronti dei due aggressori scompare, quando le loro azioni li inchiodano».

«Nostro obiettivo - dice Monica Gasparini - è quello di interagire col pubblico e sensibilizzare le persone su fatti che accadono sempre più spesso quando la gente si muove e sulla necessità di una risposta forte fino alla denuncia».

R.A.

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