La traversata del medico Spagnolello

La traversata del medico Spagnolello
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6 chilometri in 4 ore e 15 minuti. Questo il tempo che il medico carlentinese Sebastiano Spagnolello (60 anni, residente a Biella) ha impiegato per attraversare il tratto di mare che separa Brucoli dalla baia di Agnone, in provincia di Siracusa, senza fermarsi nemmeno un istante. Neanche le recenti operazioni al tendine d’Achille destro e al polso sinistro sono riuscite a rallentarlo e, dopo 4 anni di intenso allenamento bi e trisettimanale alla piscina Rivetti, ha affrontato la lunga nuotata a stile libero. Non è la prima volta che il medico compie una traversata così: anni fa ha percorso anche il tratto Agnone-Oasi del Simeto. «Più che un evento sportivo, vorrei fosse riconosciuto come evento sociale indirizzato, specialmente, ai giovani», spiega Spagnolello. «Questa traversata, controcorrente, è stata un po’ metafora della vita: non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà, ma perseverare con costanza e impegno anche quando la società tende a frenarci. Quale sport migliore del nuoto per dedicare preziosi momenti alla riflessione?».
La sua impresa è stata seguita dalle
due figlie, che hanno accompagnato il padre un po’ a nuoto, un po’ in barca e in canoa insieme ad alcuni amici.

6 chilometri in 4 ore e 15 minuti. Questo il tempo che il medico carlentinese Sebastiano Spagnolello (60 anni, residente a Biella) ha impiegato per attraversare il tratto di mare che separa Brucoli dalla baia di Agnone, in provincia di Siracusa, senza fermarsi nemmeno un istante. Neanche le recenti operazioni al tendine d’Achille destro e al polso sinistro sono riuscite a rallentarlo e, dopo 4 anni di intenso allenamento bi e trisettimanale alla piscina Rivetti, ha affrontato la lunga nuotata a stile libero. Non è la prima volta che il medico compie una traversata così: anni fa ha percorso anche il tratto Agnone-Oasi del Simeto. «Più che un evento sportivo, vorrei fosse riconosciuto come evento sociale indirizzato, specialmente, ai giovani», spiega Spagnolello. «Questa traversata, controcorrente, è stata un po’ metafora della vita: non bisogna arrendersi di fronte alle difficoltà, ma perseverare con costanza e impegno anche quando la società tende a frenarci. Quale sport migliore del nuoto per dedicare preziosi momenti alla riflessione?».
La sua impresa è stata seguita dalle
due figlie, che hanno accompagnato il padre un po’ a nuoto, un po’ in barca e in canoa insieme ad alcuni amici.