Il “grido” di due collezionisti di Vigliano: «Fateci esporre ciò che abbiamo raccolto»
Impossibilitati a condividere il loro materiale, Silvio Brognara e Valerio Angelino Catella chiedono di trovare una casa alla "cultura non sfruttata" dai comuni biellesi.
Impossibilitati a condividere il loro materiale, chiedono di trovare una casa alla "cultura non sfruttata" dai comuni biellesi.
La storia
Una passione che sfocia in una ricerca e una ricerca che sfocia in cultura e poi in una raccolta: questo, in sintesi, è il collezionismo. Un mondo di reperti e testimonianze organizzati con cura da persone che hanno dedicato le proprie giornate a riesumarli sperando un giorno di poterli condividere con gli altri. Vigliano ha la fortuna di ospitare due collezioni di grandissimo rilievo senza però averle mai sfruttate. Si tratta del lavoro di Silvio Brognara, noto storico del calcio biellese, e Valerio Angelino Catella, cuoco e pasticcere attento all’enogastronomia storica, entrambi costretti a tenere nascosti dei veri e propri tesori.
Cinquecento anni di cucina
Vagando per il Ricetto di Candelo è possibile imbattersi nel “Piccolo museo delle cose di cucina e pasticceria”, casa di parte della collezione di Valerio Angelino Catella, cuoco e pasticcere di Vigliano che si è dedicato a perfezionare la sua arte ricercando ricette antiche e studiando come riprodurle. «La mia esigenza professionale - spiega Valerio - è sfociata nella mia collezione». Eh sì, perché nel corso della sua vita il cuoco ha raccolto, descritto, restaurato ed analizzato materiali, attrezzature e libri di cucina antica per un totale di circa 8000 pezzi. «Ho acquistato una casetta all’interno del Ricetto circa 25 anni fa - racconta Valerio - e la utilizzo come museo per circa 700 pezzi: le cose più particolari. Ogni oggetto ha una descrizione che ne comunica il valore, il contesto e cosa c’è dietro. La storia va spiegata con i suoi perché».
Collezioni nascoste
Ed il resto della collezione dov’è? «Garage, cantine, sotto il letto ecc. ecc. Vorrei - commenta il cuoco - poter condividere quello che ho raccolto e renderlo fruibile, poterlo mostrare al pubblico. Qui nel biellese ci sono vari collezionisti che cercano, come me, un luogo dove esporre le proprie cose. Non abbiamo mai ricevuto grandi risposte dalle amministrazioni comunali. Possibile dover dare tutto lontano? Se qui non c’è spazio è giusto curare la nostra memoria anche altrove. Possiedo pezzi relativi alla cultura biellese e relativi alla gastronomia e alla preparazione gastronomica. La raccolta può dare in base al contesto e a cosa gli si costruisce intorno, come lo si valorizza e come lo si integra con i musei già presenti. Va costruita una rete. Il valore di tutto questo potrebbe essere assoluto, potrebbe portare turismo ed attenzione al nostro territorio».
Memoria sportiva
Anche Silvio Brognara (nella foto), storico del calcio biellese, vive lo stesso dramma, seppur in modo diverso:
«Ho un garage pieno di giornali, libri, gagliardetti, distintivi e coppe. Tutti reperti del nostro calcio. Io non sto cercando un luogo che esponga quello che ho ma che lo accolga quando non ci sarò più. In questo momento sto lavorando ad un libro sugli ultimi trent’anni della Biellese e non ho tempo di organizzare una mostra, a volte finisco alle 2 di notte. Non voglio che quello che ho messo assieme finisca lontano dal nostro territorio».
Non resta, quindi, che aiutare Valerio e Silvio a trovare una casa alla memoria culturale che possiedono. Perché farsela scappare?
Andrea Biondo