Export: per la tessitura, balzo del +68,5%
Il tessile di Biella è primo fra i distretti. Exploit da +526% per la maglieria verso gli States.
Il tessile di Biella è primo fra i distretti. Exploit da +526% per la maglieria verso gli States.
I dati
Nei primi nove mesi del 2022, le vendite estere di tessuti biellesi hanno conosciuto un incremento del +68,5%: un balzo importante che, seppur non ha determinato ancora, per il comparto, il raggiungimento dei livelli dello stesso periodo del 2019, ha contribuito, in modo determinante, al successo dell’export dell’intero settore tessile-abbigliamento made in Biella. Le analisi diffuse dal Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo, infatti, indicano, per il tessile di Biella, nel periodo considerato, un complessivo incremento del +31,5%: un risultato che colloca il distretto tessile di Biella al primo posto tra i distretti piemontesi per crescita tendenziale e anche in valore (+384 milioni di euro). Scorporando il risultato per i territori ricompresi nella nomenclatura di distretto “Tessile di Biella” (oltre alle imprese tessili biellesi, infatti, esso ricomprende anche imprese della vicina provincia vercellese), emerge come il made in Biella abbia segnato un +34,3% del proprio export, mentre Vercelli ha conosciuto un incremento delle vendite estere delle proprie imprese pari al +26,3%.
I comparti
Tutti i comparti hanno realizzato una crescita sostenuta: tessuti (+68,5%), maglieria esterna (+23,6%), abbigliamento (+21,9%), altre industrie tessili (+20,2%) e filati (+19%). Nel complesso il distretto Tessile di Biella è riuscito a tornare sui livelli di export dei primi nove mesi 2019 (+6,4%), con alcune differenze tra comparti: si collocano sopra i livelli 2019 le altre industrie tessili, maglieria e filati, mentre risultano ancora in calo i tessuti e in sostanziale parità l’abbigliamento.
I mercati
Ma dove si sono principalmente dirette le vendite estere del “Tessile di Biella”? Il Monitor di Intesa San Paolo sottolinea come le esportazioni siano aumentate in tutti i principali mercati di sbocco (ad eccezione della Russia, che ha segnato una flessione quasi del 70%); il contributo maggiore è giunto da Francia, Cina, Germania, Stati Uniti, Turchia e Svizzera. Concentrando l’attenzione sull’export delle sole imprese biellesi di settore, dati Istat alla mano, nei primi nove mesi del 2022, esso ha visto volare, in valore, le vendite di tessuti made in Biella verso la Turchia (+176,3%), la Germania (+137,6%), gli States (+95,5%), la Svizzera (+61,8%), la Francia (+49,5%) e la Cina (+30,6%). I filati biellesi hanno conosciuto risultati positivi di vendite estere soprattutto verso la Germania (+28,6%), la Turchia (+27,7%), la Cina (+15,7%) e la Francia (+13,8%). Le vendite estere di abbigliamento (escluso capi in pelliccia) delle imprese biellesi di settore, hanno realizzato un ottimo exploit sugli States (+84,7%), Francia (+39,2%), Germania (+30,6%) e Svizzera (+26,3%). Più contenuto (+5,6%) l’incremento verso la Cina. Il flusso di “altri prodotti tessili” è aumentato del +43,4% verso gli States, del +20,8% verso la Turchia, del +19,5% verso la Cina e del +10,4% verso la Svizzera. Infine, le esportazioni di articoli di maglieria made in Biella hanno visto le imprese locali performare in modo eccezionale sul mercato americano (+586%) e turco (+249,9%). Ottimo anche il risultato verso la Francia (+95,9%) e la Cina (+45,9%). Buono, seppur inferiore, l’incremento sul mercato tedesco (+45,9%).
Giovanni Orso