Il 30 arriva la sentenza

Lei una Cenerentola degli anni 2000. La matrigna (e il padre) sotto processo

Niente tivù, computer e cellulare. Costretta a fare le pulizie e a portare fuori il cane alle 2 di notte. E poi umiliazioni, insulti e tante botte.

Lei una Cenerentola degli anni 2000. La matrigna (e il padre) sotto processo
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Pare quasi di rivivere la favola di Ceneretola, ambientata negli anni Duemila, a leggere gli atti di un processo in corso a Biella e che ieri pomeriggio il giudice ha rinviato al prossimo 30 novembre per la discussione conclusiva. Di quella bambina rimasta orfana di madre, trattata male dalla matrigna e (nella fiaba, non nello specifico) dalle due sorellastre. Finché un bel giorno incontrò il bellissimo principe che le cambiò la vita per sempre. Non riveleremo che fine ha fatto la nostra Cenerentola originaria di Valdilana. Della matrigna e del padre, invece, si sa che sono finiti sotto processo per il reato di maltrattamenti lei e lui per non essere mai intervenuto in difesa della figlia (e aver anzi dichiarato di essere d'accordo con la moglie sui metodi usati), per aver fatto trascorrere a una bambina prima e a una ragazzina poi, una vita d’inferno, fatta di soprusi, di inenarrabili insulti, di sgridate inimmaginabili e spesso anche di botte. Tra pochi giorni si saprà se padre e matrigna verranno ritenuti o meno colpevoli.

Vita terribile

La parte brutta della favola della nostra Cenerentola (stando almeno alle accuse mosse dalla Procura ai due imputati) è iniziata dopo che la mamma della piccola era mancata e il suo posto, accanto al padre, era stato preso da un’altra donna. Una vita terribile per un’adolescente, proseguita sino al giorno in cui, dopo aver detto ogni volta di sì, la ragazzina ha deciso di dire no per la prima volta, di dire basta ai soprusi. Tutto è cominciato un bel giorno a scuola quando la ragazza si è lasciata “tentare” da una compagna di classe e, con l'entusiasmo dei sedici anni, si è fatta truccare, almeno un po', tra risate e battute.

Il trucco con l'amica

Prima di andare a casa, la Cenerentola degli anni Duemila è stata attenta a ripulirsi. Purtroppo ha però tralasciato un dettaglio che non è passato inosservato: una minuscola traccia, sufficiente perché l'incubo di un’adolescenza da dimenticare peggiorasse ancora. Stando al racconto che la stessa ragazza ha fatto nella precedente udienza, incalzata dal giudice che le ha chiesto di dettagliare il più possibile, il padre e la matrigna l'avrebbero infatti coperta di insulti. L’intenzione dei genitori era emersa subito dopo, quella di far abbandonare le superiori alla figlia.
Stavolta il no è arrivato, pronunciato con estremo coraggio, con una forza che sino a quel momento era rimasta nascosta. Stavolta, né le sberle e neppure gli insulti e le minacce, erano serviti a farle cambiare idea, a farla retrocedere dai suoi propositi.

Via da quella casa

La disperazione dell’ennesimo sogno spezzato, avrebbe però attirato l'attenzione delle insegnanti che, con tutta la delicatezza necessaria, si sono fatte raccontare i dettagli di quella vita colma di cattiverie. Poi hanno accompagnato quella creatura in Questura. E da quel giorno, in quella casa, la ragazza non ci ha più messo piede.

Peggio di Cenerentola

Nel corso del suo tragico racconto, la giovane, seguita dall'avvocato Nicoletta Verardo, ha raccontato a lungo di un'infanzia e di un'adolescenza difficili. In cui era soggetta a regole ferree, come quella di portare a spasso il cane alle due di notte, quando la coppia usciva per andare a lavorare, di non poter usare computer, televisore o il cellulare, di essere spiata anche in casa dalle videocamere posizionate in ogni stanza e persino appena fuori, nel cortile, e di doversi occupare delle pulizie.
Non solo: per dieci lunghi anni le era stato addirittura impedito di far visita alla tomba della madre. Non passava inoltre giorno che la ragazza venisse insultata e picchiata al punto che varie volte sarebbe finita al Pronto soccorso.

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