«Quando riparavo orologi per Euronova»
L’Euronova, una delle più importanti aziende biellesi del gruppo Bonprix, che fa capo alla tedesca Otto con sede ad Amburgo, chiuderà nel marzo del prossimo anno. Fu un imprenditore visionario cossatese, Paolo Lavino, negli anni ’60, a scommettere sulle vendite per corrispondenza, partendo con la storica Euronova di Vigliano, in breve diventata leader del mercato italiano. L’inizio. E c’è chi si è “fatto le ossa” iniziando a muovere i primi passi proprio partendo dall’Euronova. E’ Massimo Di Liddo, titolare di “L’Orologiaio Di Liddo”: «Nel 1976 ho iniziato a lavorare all’Euronova, avevo 22 anni, ero impiegato a Milano, mi sono presentato dal capo del personale, il signor Balossino, avevo la qualifica di operaio specializzato in orologeria con tanto di diploma. All'Euronova dovevo lavorare come assistente in orologeria, solo che non avevano ancora un reparto pronto per questo, in attesa, ho iniziato come magazziniere. La ditta aveva a catalogo gli orologi, erano quelli digitali con i led rossi, ne vendeva tantissimi. Si chiamavano Explorer, costavano 99 mila lire».
L’Euronova, una delle più importanti aziende biellesi del gruppo Bonprix, che fa capo alla tedesca Otto con sede ad Amburgo, chiuderà nel marzo del prossimo anno. Fu un imprenditore visionario cossatese, Paolo Lavino, negli anni ’60, a scommettere sulle vendite per corrispondenza, partendo con la storica Euronova di Vigliano, in breve diventata leader del mercato italiano.
L’inizio
E c’è chi si è “fatto le ossa” iniziando a muovere i primi passi proprio partendo dall’Euronova. E’ Massimo Di Liddo, titolare di “L’Orologiaio Di Liddo”: «Nel 1976 ho iniziato a lavorare all’Euronova, avevo 22 anni, ero impiegato a Milano, mi sono presentato dal capo del personale, il signor Balossino, avevo la qualifica di operaio specializzato in orologeria con tanto di diploma. All'Euronova dovevo lavorare come assistente in orologeria, solo che non avevano ancora un reparto pronto per questo, in attesa, ho iniziato come magazziniere. La ditta aveva a catalogo gli orologi, erano quelli digitali con i led rossi, ne vendeva tantissimi. Si chiamavano Explorer, costavano 99 mila lire».
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