Si stacca un ancoraggio, cade un alpinista alla "Torre del Faggio": ricoverato in ospedale
Recupero da manuale dell'elicottero di Borgosesia con a bordo medico e tecnico del Soccorso alpino (una donna esperta guida alpina).
Ha ceduto un ancoraggio mentre domenica stava arrampicando insieme ad un amico su una via rocciosa di media difficoltà. E’ così caduto all’indietro per una decina di metri, finendo di schiena su un terrazzino roccioso. Era legato e ciò ha impedito che potesse cadere ulteriormente. Per fortuna, nonostante la gran botta, l’alpinista non sarebbe in pericolo di vita. Soccorso e recuperato in parete con un intervento da manuale dall’equipe dell’elicottero del “118” della base di Borgosesia con a bordo un tecnico del Soccorso alpino biellese (una donna, peraltro esperta guida alpina), è stato portato in ospedale a Biella. La prognosi è per il momento riservata.
Arrampicava con gli amici
Il ferito è un trentenne milanese che ieri mattina si era trovato ad arrampicare con un gruppo di amici lungo la via “Uluk”, alla Torre del Faggio, una conformazione rocciosa (con attacco sui 1400 metri e che raggiunge in vetta i 1550 metri) immersa in un paesaggio stupendo che si apre verso la Valle Elvo. Per raggiungerla, il gruppo di amici è partito dal ponte sul torrente Elvo, al Tracciolino, ed è salito lungo il sentiero che conduce al rifugio Coda fino al bivio dell’Alpe Raja.
L’attacco alla via viene affrontato di norma in coppia, uno davanti e uno dietro. Il trentenne milanese era in cordata con un amico. Giunto al secondo ancoraggio, l’alpinista - peraltro dotato di discreta esperienza - si è fermato qualche istante a studiare la via che in quel punto può apparire di difficile interpretazione.
Ed è in quel momento che è scivolato perdendo del tutto aderenza con la parete. Se l’ancoraggio avesse tenuto non ci sarebbero stati problemi. Invece, sotto il peso dell’appassionato, dell’incuria e del tempo, il chiodo si è staccato e il giovane è caduto all’indietro finendo di schiena su una cengia.
Soccorso da manuale
E’ stato l’amico a comporre il “112” e a dare l’allarme. In un primo momento l’elicottero di Borgosesia non è riuscito a raggiungere la zona per colpa di una fitta nebbia. Si è così preparata ad intervenire al “Prato delle oche”, la squadra a terra coordinata dal responsabile del Soccorso alpino della Valle Oropa, Corrado Mosca Riatel. Ma per fortuna, in quel momento, c’è stata una schiarita che ha consentito all’equipe dell’Elisoccorso - con il tecnico e il medico - di raggiungere il ferito, stabilizzarlo sulla barella e verricellarlo a bordo con un intervento da manuale. L’alpinista è stato quindi portato in ospedale a Ponderano. Le sue condizioni sono serie, ma non dovrebbe aver riportato lesioni importanti alla schiena.
V.Ca.