Il talento di Erwitt per lo scatto giusto

Il talento di Erwitt per lo scatto giusto
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BIELLA - Ci sono foto che entrano nella storia. Ed Elliott Erwitt ne ha scattate alcune. Come quella di Nixon che punta il dito sul petto di Kruscev o il bacio riflesso nello specchietto di un’automobile in riva all’oceano durante un tramonto californiano. Ma la grandezza di un fotografo non si coglie mai in un solo scatto, ne servono molti. Magari 137, come le fotografie esposte al Forte di Bard per la mostra Retrospective, realizzata in collaborazione con l’agenzia Magnum Photos Paris. Un’anteprima mondiale, aperta fino al 13 novembre (ingresso 6 euro).

L’ironia, il filo conduttore dell’opera di Erwitt, emerge in maniera perfetta da questa selezione. Prendiamo una sequenza di tre foto. Nella prima un cane riporta un bastone al suo padrone, nella seconda l’uomo lo lancia in uno stagno, nella terza si vede solo il cane immobile sulla riva dello stagno increspato. L’ironia e? nella situazione, ovvero nell’indifferenza del cane alla provocazione. Ma e? anche nella scelta dell’inquadratura: dov’e? il padrone nell’ultima foto? Probabilmente a cercare un altro bastone. O si sara? tuffato lui stesso?

Oppure prendiamo i musei, luoghi della cultura per eccellenza. Quali soggetti sceglie Erwitt? L’effetto di due quadri affiancati, una donna vestita e la stessa donna nuda: di fronte al primo una signora, di fronte al secondo un gruppo di uomini (guarda caso, viene da dire). E poi tre persone davanti alla cornice vuota di un quadro in fase di restauro (stanno leggendo il cartellino) sotto gli occhi del nobile ritratto nel dipinto affianco, puntati proprio su di loro come a dire: preferite quel cartellino a me?

Improvvisamente anche Nixon e Kruscev hanno qualcosa di ironico nelle loro posture quasi teatrali, che del resto rappresenta alla perfezione quello che e? stato definito “dibattito di cucina”: il primo incontro fra i leader statunitense e sovietico dopo quattro anni, in piena guerra fredda, fu un discorso sulla superiorita? degli elettrodomestici americani esposti a Mosca ad una fiera.

Foto dopo foto, l’ironia emerge con la sua vera natura. Ovvero di esprimere il contrario di cio? che e? rappresentato. Cosi? i musei di Erwitt non negano, ma ribadiscono, il valore della cultura, una cultura piu? sincera perche? non basta visitare un museo per incarnarla.

E, in fondo, questa retrospettiva sull’opera di Elliott Erwitt ci regala anche, piu? chiaro che mai, il suo punto di vista sulla vita. Che lui guarda con distacco, come quel cane sulla riva (i cani, una delle sue piu? grandi passioni), ma anche con grande ottimismo per il futuro, come dimostra la sua seconda grande passione: i bambini. Ritratti tutte le situazioni, mentre ridono, piangono, giocano. E ci lasciano una grande speranza nel fatto che domani il mondo possa essere migliore di oggi.

Matteo Lusiani

BIELLA - Ci sono foto che entrano nella storia. Ed Elliott Erwitt ne ha scattate alcune. Come quella di Nixon che punta il dito sul petto di Kruscev o il bacio riflesso nello specchietto di un’automobile in riva all’oceano durante un tramonto californiano. Ma la grandezza di un fotografo non si coglie mai in un solo scatto, ne servono molti. Magari 137, come le fotografie esposte al Forte di Bard per la mostra Retrospective, realizzata in collaborazione con l’agenzia Magnum Photos Paris. Un’anteprima mondiale, aperta fino al 13 novembre (ingresso 6 euro).

L’ironia, il filo conduttore dell’opera di Erwitt, emerge in maniera perfetta da questa selezione. Prendiamo una sequenza di tre foto. Nella prima un cane riporta un bastone al suo padrone, nella seconda l’uomo lo lancia in uno stagno, nella terza si vede solo il cane immobile sulla riva dello stagno increspato. L’ironia e? nella situazione, ovvero nell’indifferenza del cane alla provocazione. Ma e? anche nella scelta dell’inquadratura: dov’e? il padrone nell’ultima foto? Probabilmente a cercare un altro bastone. O si sara? tuffato lui stesso?

Oppure prendiamo i musei, luoghi della cultura per eccellenza. Quali soggetti sceglie Erwitt? L’effetto di due quadri affiancati, una donna vestita e la stessa donna nuda: di fronte al primo una signora, di fronte al secondo un gruppo di uomini (guarda caso, viene da dire). E poi tre persone davanti alla cornice vuota di un quadro in fase di restauro (stanno leggendo il cartellino) sotto gli occhi del nobile ritratto nel dipinto affianco, puntati proprio su di loro come a dire: preferite quel cartellino a me?

Improvvisamente anche Nixon e Kruscev hanno qualcosa di ironico nelle loro posture quasi teatrali, che del resto rappresenta alla perfezione quello che e? stato definito “dibattito di cucina”: il primo incontro fra i leader statunitense e sovietico dopo quattro anni, in piena guerra fredda, fu un discorso sulla superiorita? degli elettrodomestici americani esposti a Mosca ad una fiera.

Foto dopo foto, l’ironia emerge con la sua vera natura. Ovvero di esprimere il contrario di cio? che e? rappresentato. Cosi? i musei di Erwitt non negano, ma ribadiscono, il valore della cultura, una cultura piu? sincera perche? non basta visitare un museo per incarnarla.

E, in fondo, questa retrospettiva sull’opera di Elliott Erwitt ci regala anche, piu? chiaro che mai, il suo punto di vista sulla vita. Che lui guarda con distacco, come quel cane sulla riva (i cani, una delle sue piu? grandi passioni), ma anche con grande ottimismo per il futuro, come dimostra la sua seconda grande passione: i bambini. Ritratti tutte le situazioni, mentre ridono, piangono, giocano. E ci lasciano una grande speranza nel fatto che domani il mondo possa essere migliore di oggi.

Matteo Lusiani