Uccise l'amico a coltellate per un debito: confermati i 21 anni per l'ex infermiere di Biella
Riconosciuta come in primo grado l'aggravante della premeditazione. Lui: "Non ho premeditato nulla".
E’ stata confermata anche dalla Corte d’Assise d’appello di Torino, al termine di una camera di consiglio durata circa un’ora e mezza, la condanna a 21 anni e quattro mesi di carcere, nei confronti di Alberto Diatto, 62 anni, l’ex infermiere di Biella che la sera tra il 19 e 20 luglio di tre anni fa uccise con cinque coltellate l’amico Roberto Moschini, 57 anni, davanti alla sua abitazione di Vistrorio, in Valchiusella.
Risarcimenti
Alla sorella della vittima, Patrizia Moschini, nonché al nipote, Dario Vigna, che già in primo grado si erano costituti parte civile, i giudici torinesi hanno confermato il risarcimento, rispettivamente di 50 mila euro e 15 mila euro. E’ stata riconosciuta come in primo grado l’aggravante della premeditazione.
Mi sento innocente
Nel corso dell’ultima udienza, l’imputato ha preso la parola per respingere tutte le accuse. Ha sostenuto di essersi recato, la sera del delitto, a trovare Moschini come consulente e di essere stato aggredito.
Chiare e per certi versi imbarazzanti le sue parole: «Non ho mai voluto uccidere Moschini e mai ho premeditato la sua uccisione - ha spiegato Diatto (nella foto a sinistra accanto alla sua vittima) -. Mi sento innocente. Mai avrei potuto uccidere una persona, tanto meno un amico a cui mi legavano trent’anni di serate».