Export: Piemonte in calo (-4,9%), ma Biella cresxe (+2,7%)

Nei primi 9 mesi dell’anno, il Piemonte ha diminuito le sue esportazioni. Pur confermandosi come la quarta regione italiana per vocazione all’export, con una quota del 10,6% delle esportazioni complessive nazionali, il Piemonte, nei primi tre trimestri 2016, secondo l’ultima rilevazione di Unioncamere Piemonte, ha visto calare le proprie vendite all’estero del -4,9% su base tendenziale: il risultato peggiore tra le regioni export oriented. Il calo (se si esaminano i singoli trimestri), risulta aver riguardato soprattutto la prima parte del periodo: infatti, alle contrazioni cospicue registrate dalle esportazioni piemontesi nel primo (-7,1%) e nel secondo (-7,9%) trimestre, è poi andata sostituendosi una lenta dinamica di recupero (+0,8% tra luglio e settembre). Se il calo del -4,9% rappresenta il dato aggregato, a livello territoriale si rilevano performance differenziate. Al calo del capoluogo regionale (-8,9%), cui si accompagnano i risultati negativi del Verbano Cusio Ossola (-5,9%), di Cuneo (-3,0%) e Alessandria (-2,3%), si contrappongono invece i trend di crescita evidenziati da Asti (+8,2%), Biella (+2,7%) e Vercelli (+0,9%) e la stabilità manifestata da Novara (+0,1%). La battuta d’arresto registrata dall’export piemontese ha visto performances diverse secondo i settori. In particolare, la flessione più sostenuta è stata accusata dai mezzi di trasporto con un calo dell’export del 14,7%, dovuto principalmente alla flessione delle vendite all’estero di autovetture. In calo anche la nautica e il ferro tranviario, mentre una sostanziale stabilità ha caratterizzato le esportazioni dell’aerospazio. La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con il 18,7% delle vendite oltre confine, ha subìto un calo 3,0%. L’alimentare invece, terzo settore con un peso di poco inferiore al 10%, è stato uno dei pochi comparti di specializzazione a realizzare una crescita rispetto allo stesso periodo del 2015 (+1,5%). In negativo l’export del tessile (-1,1%), dei metalli (-1,6%) e della gomma plastica (-0,3%). Tra i mercati di sbocco del made in Piemonte, nei primi 9 mesi del 2016 il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 58,4% dell’export regionale (era il 54,5% nel 2015). Parallelamente, la quota di export indirizzata ai mercati extra-Ue 28 si è attestata al 41,6%, contro il 45,5% registrato nel periodo gennaio-settembre 2015.
Giovanni Orso
Nei primi 9 mesi dell’anno, il Piemonte ha diminuito le sue esportazioni. Pur confermandosi come la quarta regione italiana per vocazione all’export, con una quota del 10,6% delle esportazioni complessive nazionali, il Piemonte, nei primi tre trimestri 2016, secondo l’ultima rilevazione di Unioncamere Piemonte, ha visto calare le proprie vendite all’estero del -4,9% su base tendenziale: il risultato peggiore tra le regioni export oriented. Il calo (se si esaminano i singoli trimestri), risulta aver riguardato soprattutto la prima parte del periodo: infatti, alle contrazioni cospicue registrate dalle esportazioni piemontesi nel primo (-7,1%) e nel secondo (-7,9%) trimestre, è poi andata sostituendosi una lenta dinamica di recupero (+0,8% tra luglio e settembre). Se il calo del -4,9% rappresenta il dato aggregato, a livello territoriale si rilevano performance differenziate. Al calo del capoluogo regionale (-8,9%), cui si accompagnano i risultati negativi del Verbano Cusio Ossola (-5,9%), di Cuneo (-3,0%) e Alessandria (-2,3%), si contrappongono invece i trend di crescita evidenziati da Asti (+8,2%), Biella (+2,7%) e Vercelli (+0,9%) e la stabilità manifestata da Novara (+0,1%). La battuta d’arresto registrata dall’export piemontese ha visto performances diverse secondo i settori. In particolare, la flessione più sostenuta è stata accusata dai mezzi di trasporto con un calo dell’export del 14,7%, dovuto principalmente alla flessione delle vendite all’estero di autovetture. In calo anche la nautica e il ferro tranviario, mentre una sostanziale stabilità ha caratterizzato le esportazioni dell’aerospazio. La meccanica, secondo comparto delle esportazioni regionali con il 18,7% delle vendite oltre confine, ha subìto un calo 3,0%. L’alimentare invece, terzo settore con un peso di poco inferiore al 10%, è stato uno dei pochi comparti di specializzazione a realizzare una crescita rispetto allo stesso periodo del 2015 (+1,5%). In negativo l’export del tessile (-1,1%), dei metalli (-1,6%) e della gomma plastica (-0,3%). Tra i mercati di sbocco del made in Piemonte, nei primi 9 mesi del 2016 il bacino dell’Ue 28 ha attratto il 58,4% dell’export regionale (era il 54,5% nel 2015). Parallelamente, la quota di export indirizzata ai mercati extra-Ue 28 si è attestata al 41,6%, contro il 45,5% registrato nel periodo gennaio-settembre 2015.
Giovanni Orso