L'INTERVISTA

Fare arte da Biella, i 10 anni da “incosciente” della galleria BI-BOx

Irene Finiguerra racconta: «Anche in provincia si lavora con opere di qualità. Il “però”? Che mi piacciano».

Fare arte da Biella, i 10 anni da “incosciente” della galleria BI-BOx
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Vivere della propria arte è considerata da sempre una scelta controcorrente. E il vivere d’arte? Questo può sembrare un atto coraggioso. Per qualcuno, però, viene come naturale. Il caso di BI-BOx Art Space e della sua “anima”, la storica dell’arte Irene Finiguerra, racconta proprio di una scommessa, condita di forte passione, che va in crescendo. E a Biella, per giunta.

L'anniversario

Il prossimo 11 novembre, la galleria BI-BOx festeggerà i suoi primi dieci anni di attività. Nel lontano 2011, dieci giorni dopo quella data, Irene Finiguerra prendeva la sua laurea magistrale. Aveva solo ventiquattro anni, e un’idea: «L’idea è stata mia e di Enrica Corio - ricorda - Tutto è nato come progetto temporaneo, in realtà, per rispondere alla mancanza di una realtà locale che si occupasse di arte in chiave contemporanea emergente, pur essendoci delle altre gallerie già attive. Direi che questo spazio è nato in modo “incosciente”. Allora mi sarebbe piaciuto lavorare in case d’asta; invece, quell’anno, ho deciso di aprire quest’attività, che ha poi dimostrato di saper stare in piedi da sola. Dieci anni sono tanti: dopo poco più di due anni, Enrica è “uscita” dal progetto per dedicarsi ad altri progetti e sono rimasta io, ma con me lavorano tante persone, dalla grafica alla comunicazione dall’allestimento alle fotografie».

Una nuova sede. Il decennale verrà festeggiato nella terza e ultima sede della galleria, aperto da pochissimo in via Italia 38, in centro a Biella: «La BI-BOx è cambiata tanto, non solo per le location e questo terzo spazio. Da ormai alcuni anni, segue molti progetti culturali, e non solo artistici. Penso al festival “ContemporaneA. Parole e storie di donne”».
Questa dinamicità, per Irene Finiguerra, viene da momenti più duri, viaggia sui successi e ha focalizzato dei fattori vincenti: «Qualsiasi tipo di attività, non solo la galleria, ha una fase di rodaggio e in quella fase io ho capito e anche sbagliato molte cose. Oggi, a 34 anni, ho un’esperienza solida e, rispetto a competitor nazionali, un background di artisti e curatori e collezionisti di grande fiducia. E quando mi chiedono perché non abbia portato la galleria in luoghi in apparenza più attivi di Biella, io rispondo che a Biella si lavora bene e il fatto di avere la galleria qui è semplicemente una residenza, perché lavoro molto fuori. E poi basti pensare che è a San Gimignano che ha sede una delle gallerie artistiche più importanti. Non si deve credere che in provincia non si possano fare progetti di qualità e un biellese che viene in galleria non deve credere che la proposta che faccio sia “di provincia”. Cito la mostra in corso di Tania & Lazlo: loro vivono tra New York e il Connecticut...». Tra le scelte vincenti, Irene Finiguerra parla della presenza a occasioni con forti picchi di visitatori, in varie parti d’Italia come all’estero, fiere che dopo il Covid si stanno riorganizzando (ndr. da oggi sarà alla The Others Art Fair a Torino Esposizioni). «Inoltre, un aspetto centrale è che BI-BOx mi rappresenta. Le scelte sono dettate dal mio gusto: non mi piacciono le gallerie che lavorano più per l’aspetto commerciale».

L’evento

E presto BI-BOx si metterà di nuovo alla prova lanciando la manifestazione “Da cosa nasce cosa”, per educare l’occhio all’arte contemporanea: «Proporremo laboratori per bambini e adulti, visite guidate, conferenze. Cominceremo il 18 novembre, per finire a marzo».

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