Fusione Elvo: i sindaci si dividono
Dopo il tentativo di fusione tra i comuni della Serra e quello di circa 9 anni fa tra Occhieppo Inferiore e Occhieppo Superiore, ora è Filoni a riprovarci
Fusione Elvo: i sindaci si dividono
Se i 15 comuni che compongono l’Unione montana Valle Elvo decidessero di unirsi, il nuovo comune che ne deriverebbe avrebbe una popolazione di oltre 21mila abitanti. E potrebbe chiamarsi Città dell’Elvo.
L’impresa, tuttavia, è complessa per non dire impossibile, dal momento che i territori coinvolti sono piuttosto eterogenei e che da un punto di vista burocratico l’operazione sarebbe di difficile attuazione. Lo sa bene anche chi l’ha proposta, il sindaco di Mongrando, Antonio Filoni, il quale, nell’ordine del giorno depositato alla segreteria dell’Unione montana Valle Elvo affinché se ne discuta, invita i colleghi a prendere in considerazione l’ipotesi di avviare processi di fusione anche soltanto tra «i comuni maggiormente vocati per contiguità territoriale o già legati da molteplici rapporti di collaborazione amministrativa», magari utilizzando la formula «dell’incorporazione».
I precedenti
Dopo il tentativo di fusione tra i comuni della Serra (Zubiena, Sala Biellese, Magnano e Torrazzo), che a cavallo tra il 1999 e il 2000 si era arenato in consiglio comunale, e quello di circa 9 anni fa tra Occhieppo Inferiore e Occhieppo Superiore, anch’esso naufragato, ora è Filoni a riprovarci.
D’altra parte, fa notare il sindaco di Mongrando (al suo secondo mandato e non più ricandidabile), «i comuni più piccoli versano ormai da anni in una situazione critica sotto il profilo della dotazione finanziaria, tale da costringere in alcuni casi a una drastica riduzione della quantità e della qualità dei servizi resi alla popolazione residente». Senza contare «che il processo di fusione è premiato dal legislatore attraverso agevolazioni normative e finanziare. Qualche esempio? Le norme di maggior favore previste per i comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti continuano ad applicarsi al nuovo comune nato dalla loro fusione. Inoltre, il nuovo ente territoriale può utilizzare i margini di indebitamento consentiti anche a uno solo dei comuni originari pure nel caso in cui dall’unificazione dei bilanci non risultassero possibili ulteriori spazi di indebitamento».
La proposta sarà discussa dall’Assemblea dei sindaci che verrà convocata dal presidente dell’Unione montana Valle Elvo, Roberto Favario.
Nel frattempo, “Eco di Biella” ha provato a sondare gli animi. E, a parte i tanti sindaci che contestano la modalità scelta da Filoni di portare a conoscenza della stampa la sua proposta, prima ancora di parlarne con i colleghi, c’è chi, come il sindaco di Magnano, Anna Grisoglio, dichiara di non essere contraria a priori e chi, come il primo cittadino di Donato, Desirée Duoccio, e quello di Sala Biellese, Roberto Blotto, attende di confrontarsi con gli altri, mentre per Elena Rocchi, primo cittadino di Graglia, «l’unica fusione che avrebbe senso per il nostro comune sarebbe quella con Muzzano, e se ne parla da anni». Non manca, poi, come si può vedere in questa pagina, chi “boccia” l’iniziativa e chi propone soluzioni alternative.
L.B.