un caso clamoroso

L'odissea Green Pass di un biellese vaccinato ex positivo che perde soldi e vacanza in Grecia

La protesta del signor Luigi Cuomo: "Regole cambiate in corsa e ora chi mi ridà il denaro speso per traghetti e alloggio già pagati? Cirio, Speranza o Draghi?"

L'odissea Green Pass di un biellese vaccinato ex positivo che perde soldi e vacanza in Grecia
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Ha contratto il virus nell'autunno dello scorso anno, è guarito, si è vaccinato (con una dose soltanto, come previsto dal Ministero della Salute) e si aspettava il Green Pass valido 270 giorni, per partire per la vacanze all'estero, in Grecia. Ma il biellese Luigi Cuomo, dalla Regione ha ricevuto solo quello temporaneo e a nulla finora sono valse le sue proteste. Di seguito la lettera inviata a Prima Biella ed Eco di Biella il signor Luigi Cuomo

La lettera del biellese Luigi Cuomo

Mi chiamo Luigi Cuomo e da più di un mese mi trovo in un’odissea per l’ottenimento del green pass necessario a spostarmi in europa (e quindi per le vacanze già prenotate e pagate in grecia) a causa dell’inefficienza, dell’inerzia e del menefreghismo delle varie istituzioni a vario titolo competenti (asl biella, regione piemonte, ministero della sanità).

Il virus contratto nell'autunno scorso da marito e moglie

A cavallo tra ottobre e novembre 2020 - scrive Cuomo - sia mia moglie che io abbiamo contratto il virus del covid19. A giugno 2021 entrambi ci siamo sottoposti alla vaccinazione (io il 7/6, mia moglie qualche giorno dopo). In linea con le evidenze scientifiche e con le raccomandazioni ministeriali, abbiamo completato il ciclo vaccinale con una sola dose di vaccino, come specificato dal certificato vaccinale in mio possesso che recita “non si esegue la seconda dose sars cov2 ai sensi della circolare ministero della salute n 0008284 del 03/03/2021 ed ai sensi delle indicazioni della regione piemonte). Com’è ovvio, la decisione di non inoculare una seconda dose è stata di chi ha effettuato la vaccinazione (il certificato riporta come responsabile del servizio tale Mones Damiano), ossia dell’asl di biella.

Il green pass temporaneo al posto di quello per recarsi all'estero

Il 23/6 mi è stato rilasciato il green pass ma ho subito notato che si trattava di quello temporaneo - continua - come se fossi in attesa di seconda dose, e non quello definitivo che spettava avendo completato il ciclo vaccinale. Immediatamente segnalavo l’errore all’indirizzo email preposto, come da screenshot allegato. A questo indirizzo, nell’arco di un mese, invierò tonnellate di email (allego un estratto), alle quali viene in automatico assegnato un numero di pratica e non riceverò MAI una risposta.

Faccio presente che la questione è subito nota a chi di dovere, che si premura di inserire nelle FAQ del sito dgc.gov.it una nota in cui si garantisce la risoluzione del problema entro il 30/6; ne allego screenshot.

Inutili le decine di telefonate agli organi competenti: le risposte diverse ogni volta

Analogamente tempestavamo di telefonate il numero verde preposto dal sito dgc.gov.it (col quale in centinaia di tentativi quotidiani riuscirò a parlare soltanto due volte; nella prima venivo reindirizzato ad altro interno, dove una persona sollevava la cornetta e non rispondeva, lasciandomi ascoltare il rumore del suo battere su una tastiera, nella seconda mi veniva detto di aspettare qualche giorno). Analoga tempesta di telefonate avveniva al numero verde covid19 del ministero della salute, 1500, dal quale avevamo ogni volta una risposta diversa: è un problema con il garante della privacy, è un problema di allineamento dei database, è colpa della asl del Piemonte che non ha inserito i dati dei guariti, è colpa del suo medico curante ecc. ecc. ecc.). Ogni volta comunque i solerti operatori garantivano che con l’apertura della loro pratica il problema sarebbe stato risolto in breve tempo. Per maggior sicurezza tempestavamo di telefonate anche l’asl (numero 800957795). La prima telefonata la faccio il 23/06, parlo con un’operatrice che si qualifica come “Martina”, che garantisce che saremo ricontattati entro 48 ore. In effetti alcune di queste chiamate ricevono poi un ricontatto (due volte da parte di un certo dottor Basile, non ricordo il nome della terza persona a richiamare). Ci viene detto una volta che il governo ha varato un decreto legge il giorno precedente che cambia le regole (invenzione pura), un’altra volta di aspettare un paio di giorni, la terza volta di chiedere al medico curante di inserire i dati della guarigione in una fantomatica piattaforma ATS – il medico curante mi risponderà che non ha accesso ad alcuna piattaforma ATS e che i dati delle guarigioni li inserisce l’asl.

Mail alla segretaria del Ministero e al ministro Speranza. Le rassicurazioni, ma...

Più volte invio email anche alla segreteria del ministro Speranza, e poi direttamente al ministro, la prima volta il 24/6 alle 9.17 (allego documentazione). Invio numerose email all’indirizzo codice.dgc@sanita.it preposto a questo tipo di problemi, la prima il 6/7, allego documentazione; non ottengo mai risposta. Nella disperazione il 16/7 invio email a tutti gli indirizzi che reperisco sul sito del ministero della sanità, allego documentazione. Non mi risponderà NESSUNO. Lo stesso giorno mia moglie riesce a parlare con la dottoressa Serena Battilomo, che si autoqualifica “responsabile nazionale covid”. La dottoressa raccoglie i nostri casi e ci garantisce la risoluzione del problema entro 3 giorni. Non la sentiremo più. Lo stesso giorno scrivo alla segreteria del sottosegretario Sileri (allego documentazione); miracolosamente un paio di giorni dopo (19/7) vengo ricontattato da quest’ultima, dopo avermi consigliato di intraprendere tutte le vie che avevo percorso da un mese senza ottenere risposte, decidono di prendersi in carico la vicenda, mi assegnano un numero di protocollo (SSS.ESC.LB.0071) e mi garantiscono la risoluzione.

Le regole cambiate in corso: vaccinazione con seconda dose sei mesi dopo il virus

Giungiamo così alla fine di questa indegna sceneggiata: ieri, 20/6 vengo contattato telefonicamente da un timoroso impiegato della asl di biella, il quale fa presente che si sta muovendo a seguito della segnalazione della segreteria del dott. Sileri. La sua versione dei fatti è la seguente: mia moglie ed io ci siamo vaccinati poco più di 6 mesi dopo la guarigione. Successivamente alla nostra vaccinazione il Piemonte avrebbe cambiato le proprie linee guida rendendo tassativa la seconda dose per i guariti oltre 180 giorni prima, in contrasto con le evidenze scientifiche e con le stesse linee guida ministeriali che non specificano alcun termine tassativo ma indicano una sola dose per i guariti da almeno tre mesi e preferibilmente entro i sei mesi. La mia domanda è giunta spontanea: “ma quindi il certificato vaccinale che mi avete rilasciato non è valido?”, risposta “sì sì, certo che è valido”. Quindi ricapitolando: la stessa asl che mi rilascia un certificato che attesta il completamento del ciclo vaccinale, sottolineando che è ai sensi della circolare del ministero della salute e ai sensi delle indicazioni della regione piemonte, che è la stessa asl che ha deciso (correttamente) di inocularmi una sola dose, mi dice che non può rilasciarmi un certificato che è perfettamente equivalente a quello in mio possesso (la differenza sta solo nella sua digitalizzazione tramite qr code), perché successivamente il piemonte ha cambiato idea, ma non ha minimamente pensato di richiamare i cittadini interessati per la seconda dose, o di avvisare di questa variazione, e nemmeno di rendere possibile che il cittadino potesse richiedere in autonomia la seconda dose, per qualche strana ragione, visto che per il portale il piemonte ti vaccina io sono già vaccinato. OVVIAMENTE la geniale idea dell’asl era “venga a fare la seconda dose così si toglie il pensiero”, cosa che – seppur stupida e antiscientifica – avrei potuto fare se in un mese ci fosse stato qualcuno che si facesse carico del problema. Adesso è tardi, perché avrei dovuto partire in data 1/8, prima che passino i 14 giorni dalla seconda dose per cui il green pass sia valido.

E ora chi mi ridà i soldi spesi per traghetti e alloggi per la vacanza che non farò?

Visto che ho perso ogni speranza, visto che più di quello che ho fatto onestamente non potevo fare, non mi resta altro che dare visibilità mediatica alla vicenda, e vi prego di aiutarmi a farlo. Un ente pubblico che ti dice che hai un certificato, rilasciato dall’ente stesso, che attesta che hai completato il ciclo vaccinale, ma che dovresti fare un’altra dose di vaccino soltanto per avere un pezzo di carta perfettamente equivalente, è una cosa da far diventare no vax anche Edward Jenner.

La domanda che mi pongo e che vi invito a porre è la seguente: i soldi che ho speso per i traghetti e per gli alloggi per la mia vacanza in Grecia, la prima dopo tre anni visto che un anno fa si combatteva con il lockdown e due anni fa combattevamo con un tumore di mio padre, ora chi me li ridà, l’asl di biella, il governatore Cirio, il ministro Speranza o direttamente Mario Draghi?

A disposizione per chiarimenti o per ulteriore documentazione,

Luigi Cuomo

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