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Direttore sanitario prende lo zaino e va a vaccinare i cittadini in alta Valsesia

Il dottor Gualtiero Canova è il direttore sanitario all’Asl Vercelli.

Direttore sanitario prende lo zaino e va a vaccinare i cittadini in alta Valsesia
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Direttore sanitario prende lo zaino e va a vaccinare gli anziani in alta Valsesia.  Il dottor Gualtiero Canova è il direttore sanitario all’Asl Vercelli. «Le vaccinazioni a domicilio erano in programma – spiega il chirurgo, che vive a gattinara – ho solo dato la mia disponibilità. E in mezza giornata sono riuscito a fare la Val Grande, al prossimo giro tocca a tutti gli altri…»

Nella sola provincia di Vercelli le persone che non possono essere trasportate i sono 1400: in Piemonte 36mila, solo un terzo dei quali già vaccinato. E così, come racconta a Notizia Oggi, il dottor Canova, primario di chirurgia, ha deciso che della vaccinazione di almeno una parte di loro può occuparsene in prima persona. Per il momento sono venti i medici di medici generale che nella provincia hanno dato la disponibilità a vaccinare a domicilio chi non può essere trasportato.

Come ha organizzato il servizio?

Nulla di particolare. Venerdì mattina intorno a mezzogiorno sono passato dall’ospedale di Borgosesia a prendere i vaccini e ho iniziato il mio giro. Ovviamente tutto era stato condiviso con l’azienda sanitaria. I pazienti non trasportabili devono essere tutti vaccinati, la zona dell’alta Valsesia è disagiata dal punto di vista geografico, non è semplice raggiungere i piccoli paesi. Sono territori che conosco bene e quindi mi sono messo a disposizione. Se non io, l’avrebbe fatto l’azienda. Comunque è un servizio coperto fatto in fretta e senza tante cerimonie.

Il suo vuole essere un esempio da seguire?

Può essere anche visto come un segnale. Vista la situazione in cui ci troviamo, se tanti colleghi si mettessero magari a disposizione faremmo meno riunioni e più fatti pratici. Ma questa è una valutazione secondaria. Ci sono colleghi che non vaccinano perché non hanno l’infermiere, perché non hanno lo scudo sanitario, perché ci vuole un’assicurazione. Ma dobbiamo ricordarci che siamo medici, sappiamo come fare: io mi muovo da solo, nello zaino ho tutti i presidi che servono, comprese le attrezzature per l’emergenza. Voglio però dire che non ho fatto nulla di straordinario, se ci fossero altri colleghi a seguire questa strada ne sarei contento.

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