Piscine in ginocchio: "Qui si rischia di non riaprire più"
Dai costi di mantenimento all'esclusione dagli aiuti. A segnalarli è il Coordinamento nazionale associazioni gestori impianti natatori.
L'allarme arriva dal Coordinamento nazionale associazioni gestori impianti natatori.
L'appello del settore
Ecco quanto riporta il Coordinamento nazionale associazioni gestori impianti natatori:
"In un momento di grave e in qualche caso irreversibile crisi, il mondo dei gestori di impianti natatori vuole interloquire in modo compatto, univoco con le istituzioni nel rispetto delle
proprie identità.
In occasione dell’appuntamento italiano più importante del comparto, “ForumPiscine” svoltosi nei giorni 10, 11, 12 marzo, è emersa la drammaticità del momento, le piscine italiane rischiano di non aprire più, questo il settore in assoluto più penalizzato nella grave crisi economica generata dalla pandemia Covid-19".Sono dati oggettivi a dimostrarlo:
1) Chiusi ormai da febbraio 2020 senza una data presunta di riapertura per il 2021
2) Decreti emergenziali che non hanno considerato le peculiarità del settore piscine escludendo i gestori dal 95 per cento degli aiuti previsti.
3) Obbligo di conservazione del patrimonio impiantistico pubblico con alti costi da sostenere nonostante la chiusura.
Luoghi di aggregazione che costano
I gestori di impianti natatori AGISI, ASSONUOTO, Insieme si vince, Piscine del Piemonte e SIGIS aggiungono:
"La piscina rappresenta un polo aggregativo-sociale dalle caratteristiche uniche, frequentata da utenti di ogni età, con le più svariate esigenze e per questo necessita di attenzioni specifiche peculiari.
In questi lunghi mesi i gestori delle piscine di tutta Italia stanno pagando energia (luce, gas e acqua) a costi non adeguati al servizio sociale che erogano. Costi di mantenimento, anche a piscine chiuse, di un patrimonio impiantistico sportivo pubblico al 90 per cento".