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"Cocaina delivery", la droga arriva a domicilio... in un calzino

E dopo il “food delivery” ecco la “Biella coca delivery”, con la droga, nello specifico poco meno di un grammo di bamba della migliore, consegnata a domicilio dallo spacciatore - stavolta visto e acciuffato dalla Polizia - attraverso un... calzino.

"Cocaina delivery", la droga arriva a domicilio... in un calzino
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E dopo il “food delivery” ecco la “Biella coca delivery”, con la droga, nello specifico poco meno di un grammo di bamba della migliore, consegnata a domicilio dallo spacciatore - stavolta visto e acciuffato dalla Polizia - attraverso un... calzino.

Pratica nota

La moda non è nuova: a Milano - dove il consumo della cocaina ha raggiunto livelli impensabili - la consegna a domicilio della droga (soprattutto hashish, marijuana e, soprattutto, bamba) è all’ordine del giorno. Il traffico si sarebbe amplificato con l’inizio del primo lockdown. Non si spaccia più per strada con il metodo classico: basta una telefonata e l’appuntamento è fissato. Arriva quindi il pusher - spesso in sella ad un agile scooter - che ritira i soldi, consegna la bustina (ricavate dai sacchetti gelo e “saldate” con un accendino) e si allontana. Roba di una manciata di secondi, senza un vero contatto e senza inutili chiacchiere usate per approcciare il “cliente”.

Lo spaccio

Assume pertanto un valore notevole l’operazione della Polizia, nata quasi per caso, che ha fatto finire nei guai un (presunto) pusher che consegnava a domicilio, al posto della pizza, la “dose” di cocaina richiesta attraverso un messaggio “sms” dal cliente che, per questo caso, è un personaggio già noto che si trova agli arresti domiciliari in un appartamento nella zona del Villaggio La Marmora. Sorprende anche lo strumento utilizzato per lo scambio soldi e droga: un calzino da uomo lungo di colore scuro.

Già noto

Nel registro degli indagati per rispondere delle accuse di spaccio di droga, oltraggio e minacce a Pubblico ufficiale, è finito Maicol D., 33 anni, di Ponderano, già noto alle forze dell’ordine. Oltre alla “dose” di cocaina ceduta a domicilio, ne aveva addosso altre due che, probabilmente - come sospettano dalla Questura - avrebbe dovuto consegnare ad altri due clienti.

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