l'intervento

"L'Italia è pronta per avere una donna al Quirinale"

Suor Anna Monia Alfieri si unisce al coro di chi vorrebbe un presidente della Repubblica donna.

"L'Italia  è pronta per avere una donna al Quirinale"
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Lunedì 24 gennaio 2022 iniziano le votazioni per l'elezione del presidente della Repubblica. C'è grande incertezza al momento, con il centrodestra che vorrebbe Silvio Berlusconi (anche se all'interno della coalizione iniziano a instaurarsi dei dubbi), mentre il centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle non hanno ancora proposto dei nomi. Da tempo, però si parla anche della possibilità di avere una donna al Quirinale. Molti volti noti si sono già spesi in questa direzione, e tra questi c'è anche suor Anna Monia Alferi.

Suor Alfieri: "Una donna presidente della Repubblica, l'Italia è pronta"

Anche la religiosa delle Marcelline, legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline e membro del Consiglio Nazionale Scuola della Cei,  pensa che il Paese sia pronto a essere guidato da una donna.

"Il Paese è pronto per avere una donna al Quirinale.  Non è una questione di genere ma di contenuti. Non è una questione di slogan ma di strumenti. Credo che il profilo del Presidente della Repubblica debba essere, per esperienza e formazione, capace di garantire le vie della democrazia con una classe politica che ha un lungo percorso di maturazione da completare.
L’Italia è pronta ad avere un Presidente della Repubblica donna, soprattutto se ha una figura competente, con alto senso delle Istituzioni e che ha condotto il Senato nei tempi più burrascosi, come in quel dicembre 2018 quando sembrava messo in discussione. Sfido, dunque, la politica, ad uscire dai pregiudizi e ad agire con realismo nell’intenzione di fare il vero bene della società civile.

Se i grandi elettori riusciranno a candidare e a votare una donna, ciò sarà un segnale storico unico nel Paese Italia che tanto si è battuto per la parità di genere e si è sdegnato di fronte a comportamenti poco rispettosi, come quando la Presidente Ursula Gertrud von der Leyen fu lasciata in piedi, nell’imbarazzo generale dei presenti.

Oggi i segretari politici sono chiamati ad una sfida: siano capaci di candidare al Quirinale una  donna non in quanto genere, ma perché leader. Un messaggio del genere in queste ore sarebbe molto interessante verso le giovani donne del nostro paese che, così, imparerebbero anche a valorizzare le loro colleghe.

Nei momenti chiave è giusto porsi una domanda: quanto realmente crediamo negli ideali che professiamo? La bocca esprime ciò che davvero il cuore concepisce? Da semplice cittadina ritengo che normalmente è facile ricevere e offrire la solidarietà di tutti, uomini e donne ma ... non è sempre scontato, per la mentalità corrente, pensare ad una donna al vertice delle Istituzioni. Le rivalità, poi, non hanno confini di genere…Può dispiacere, ma la natura umana - se proprio non si vuole ricordare l’Homo homini lupus - è sicuramente fragile, qualunque ne sia il genere. La vera sfida è sulla coerenza. Dove sono tutti coloro che si sono stracciati le vesti per difendere la parità di genere? E’ sempre il momento di passare dalle parole ai fatti. Una donna al Quirinale? La domanda neppure dovrebbe porsi, se pensiamo che il nostro Paese abbia raggiunto la maturità espressa dalla sua meravigliosa Costituzione e da decenni di riflessioni, di sofferenze, di esempi luminosi in ordine alla parità di genere. Perché no? In questo perché no c'è tutto: lo stupore delle cittadine e dei cittadini italiani che quotidianamente lavorano, le loro attese, le loro speranze.
Altrimenti vanitas vanitatum et omnia vanitas".

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