Sereni Orizzonti nel mirino della Finanza: sequestrati beni per 10 milioni

Nel Biellese gestisce due case di riposo. L'azienda rassicura «sulla solidità economico-finanziaria del gruppo, che resta in grado di adempiere a tutti i suoi impegni».

Sereni Orizzonti nel mirino della Finanza: sequestrati beni per 10 milioni
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Dopo lo scandalo che ha portato all’arresto di Massimo Blasoni, noto imprenditore friulano fondatore e guida di Sereni Orizzonti (Residenze Sanitario Assistenziali) per truffa ai danni dello Stato, arrivano le rassicurazioni della società. Nel Biellese, la società gestisce le case di riposo di Viverone "Casa Albert" e quella di Ronco Biellese "Il Giardino".

Non c’è nessuna conseguenza rispetto all’andamento e alla gestione delle strutture che la società Sereni Orizzonti ha attive e operative su tutto il territorio nazionale. E’ proprio la società, dopo l’esplosione del caso giudiziario di rilevanza nazionale, a sottolineare quanto l’inchiesta non porterà alcuna conseguenza sulla gestione delle strutture attualmente operative e su quelle in fase di costruzione. A specificarlo è una nota stampa della società Sereni Orizzonti che precisa come, l’inchiesta condotta dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Udine, non abbia in alcun modo interrotto le attività della sede centrale di Udine così come di tutte le altre sedi operative sparse su tutto il territorio nazionale.

Truffa aggravata

E’ la società Sereni Orizzonti, attiva nel settore dell’assistenza per anziani autosufficienti e non, e nella gestione di comunità terapeutiche – riabilitative per minori e adolescenti, con sedi operative su tutto il territorio nazionale, a risultare – allo stato attuale delle indagini della Guardia di Finanza di Udine, ad aver percepito illecitamente contributi pubblici per un importo quantificabile intorno ai 10 milioni di euro. Contributi percepiti dopo aver presentato alle Aziende Sanitarie Locali, “rendicontazioni non veritiere in ordine agli standard quantitativi e qualitativi dei servizi assicurati nelle proprie strutture”.

A finire in manette, al termine dell’indagine della Guardia di Finanza di Udine coordinata dalla Procura della Repubblica friulana, è stato uno dei fondatori della società, Massimo Blasoni. Sono state le Fiamme Gialle a scoprire quello che viene definito un “sofisticato ed esteso sistema di frode”, in materia di spesa socio-sanitaria, ai danni dei bilanci di numerose regioni. Tra queste oltre al Friuli Venezia Giulia c’è anche il Piemonte. Ma nelle carte dell’inchiesta compaiono anche casi registrati in Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Sicilia.

Le rassicurazioni della società Sereni Orizzonti

Rispetto al polverone sollevato a livello nazionale dall’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Udine, non poteva mancare la risposta della società finita al centro di questa vicenda.

“I provvedimenti giudiziari eseguiti – precisa Sereni Orizzonti in una nota stampa – hanno colpito il vertice nonché manager e funzionari di un’azienda di primaria importanza nel suo settore, che dà lavoro a oltre 3.000 dipendenti e che fornisce servizi sanitario-assistenziali a 5.600 anziani ospitati in 80 strutture. Il fascicolo dell’inchiesta non contiene alcuna prova documentale in relazione all’ipotesi di reato contestato e siamo certi che in sede giudiziaria verrà riconosciuta l’innocenza sia dell’azionista di riferimento Blasoni sia dei collaboratori della società”.

Già messa a disposizione la somma sequestrata in via cautelare

“Quanto è avvenuto non ha peraltro interrotto in alcun modo la normale attività nella sede centrale di Udine (dove è subito ripresa dopo che la GdF ha terminato la sua ispezione) così come in tutte le nostre strutture. Abbiamo già messo a disposizione dell’autorità giudiziaria la somma sequestrata a titolo cautelativo e confermiamo che quanto è accaduto non ha in alcun modo compromesso la solidità economico-finanziaria del gruppo, che resta in grado di adempiere a tutti i suoi impegni”.

Conclude la nota della società Sereni Orizzonti che precisa la massima collaborazione con gli inquirenti sottolineata dall’aver messo a disposizione l’intera somma che è stata sottoposta a sequestro cautelativo in attesa degli ulteriori sviluppi di questa vicenda di rilevanza nazionale.

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