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“La mia fragilità è la mia forza”. Con il suo libro il biellese Maurizio Beggiato invita a far tesoro delle proprie debolezze

In uscita il 7 settembre prossimo.

“La mia fragilità è la mia forza”. Con il suo libro il biellese Maurizio  Beggiato invita a far tesoro delle proprie debolezze
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“La mia fragilità è la mia forza”. Con il suo libro in uscita il biellese Maurizio Beggiato invita a far tesoro delle proprie debolezze. In uscita il 7 settembre prossimo.


Il libro in uscita

È dedicato alle anime belle che hanno vissuto momenti duri nella vita personale e professionale, a quelle che hanno riposto i ricordi dolorosi sotto il tappeto, a quelle che hanno riscoperto sé stesse e che non si accontentano e a quelle che, invece, hanno bisogno di un incoraggiamento per mettere un ultimo punto di sutura sulle proprie ferite, per trasformare le vecchie debolezze in nuove risorse per il presente.
Questo libro di Maurizio Beggiato rappresenta il viaggio che l’autore compie all’indietro nella propria vita: un cammino di cui ripercorre le tappe più significative, i dolori più forti, le persone alle quali si è legato, le prove affrontate, le sfide vinte. Tuttavia, non si tratta di una mera autobiografia, piuttosto di un percorso nel quale i ricordi infantili – a cominciare dalla perdita prematura del padre, improvvisa e ingiusta – si uniscono ai momenti dell’età adulta per ricucirsi insieme oltre la sensazione di frammentarietà e verso una nuova riscrittura dei propri vissuti, all’insegna di equilibri migliori e di nuovi insegnamenti da trarne.
Immediato è il senso di coinvolgimento nella storia e altrettanto lo è il gioco di specchi che la narrazione provoca: ogni passaggio della vita di Maurizio diventa un’occasione per il lettore per compiere un proprio viaggio a ritroso dove ripercorrere la propria storia familiare, l’infanzia, la giovinezza e tutti gli snodi più importanti della vita.
Un cammino consigliato semplicemente per chi vuole togliere via la polvere dalla propria storia lontana, ma soprattutto per chi vuole risolvere gli aspetti del proprio vissuto rimasti sospesi e pronti per ricomparire in forma spettrale.

Dal coinvolgimento si passa poi alla gratitudine verso l’autore per aver sublimato le paure e le fragilità di tutti e per aver dato una voce a quel Piccolo sé, ancora bisognoso di accoglienza, e un’occasione – o meglio, un ponte – per farlo ricongiungere col proprio Grande sé.
Scritto nel periodo di lockdown, nel bel mezzo del risveglio delle fragilità comuni, questo libro si configura come una nuova e semplice Recerche du temps perdu, utile a chi vuole superare le proprie debolezze e renderle un tesoro, a chi vuole imparare a risollevarsi per andare avanti, più forte di prima.

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